INTERNAZIONALE

Gli Usa confiscano un cargo nordcoreano, Kim Jong-un testa i missili

CRESCE LA TENSIONE TRA WASHINGTON E PYONGYANG. MOON FA DA PACIERE
REDAZIONE ESTERI corea nord/usa

Il penultimo test nordcoreano risale a meno di una settimana fa: sabato scorso Pyongyang ha lanciato missili balistici a corto raggio al cospetto di Kim Jong-un per ricordare a Washington che la pace ancora non c’è. E ieri l’ultimo: almeno due missili di medio raggio verso il Mar del Giappone.
Forse una reazione, alla luce di quanto reso noto ieri dal Dipartimento della Giustizia: gli Stati uniti hanno confiscato un cargo nordcoreano, il «Saggio onesto», che trasportava carbone per un valore stimato di tre milioni di dollari. Sequestrato in Indonesia da non meglio precisate autorità straniere lo scorso aprile, è stato consegnato a Washington ed è in questi giorni in procinto di raggiungere le coste americane.
La colpa del cargo (oltre 17mila tonnellate di peso, uno dei più grandi a disposizione di Pyongyang, a cui si sarebbero aggiunte 25.500 tonnellate di carbone), secondo la Casa bianca, è aver violato le sanzioni internazionali che ancora pesano sulla Corea del Nord: «Il nostro ufficio ha scoperto lo schema coreano di esportazione di tonnellate di carbone verso acquirenti stranieri celando l’origine della nave», spiega l’avvocato Geoffrey Berman.
La confisca non spianerà la strada verso una pacificazione. L’amministrazione Trump sta via via riaccendendo tensioni in giro per mezzo mondo, dal Venezuela all’Iran. E ora ritorna sul tavolo anche la crisi con la Corea del Nord che appena un anno fa sembrava archiviata dopo lo storico riavvicinamento di Pyongyang alla Seul del presidente pacifista Moon Jae-in. Che prova a ricucire: i test missilistici, ha detto ieri, sembrano una forma di protesta del leader Kim Jong-un per il fallimento dell’ultimo summit con Donald Trump, lo scorso febbraio in Vietnam. All’epoca nessun accordo era stato raggiunto sul programma missilistico e nucleare nordcoreano e, di conseguenza, sulle sanzioni tuttora in vigore contro l’economia di Pyongyang.
Trump finora non ha calcato troppo la mano sugli ultimi test, ma sposta comunque la responsabilità dello stallo su Kim Jong-un: «La relazione continua – ha detto ieri – So che vogliono negoziare ma non penso siano pronti». (red. esteri)

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