POLITICA

Umbria, regionali in autunno. Salvini ha già la sua candidata

Il leader leghista piomba subito a Perugia per un comizio. E lancia Donatella Tesei
MARIO DI VITOitalia/perugia (umbria)

Il giorno dopo le dimissioni della governatrice Catiuscia Marini, a Perugia si apre una stagione di campagna elettorale che durerà diversi mesi. All’orizzonte, infatti, non ci sono solo le europee e le amministrative di fine maggio, ma anche le nuove regionali, che verosimilmente si terranno in autunno. Il leader della Lega Matteo Salvini non ha sprecato più di un minuto a riflettere sulla situazione e già ieri pomeriggio è piombato sul capoluogo umbro per arringare i suoi in piazza Italia. Sembrava come quando in città arriva il circo: lo spettacolo è discutibile, non si capisce niente, ma il pubblico si diverte lo stesso.
IL MINISTRO DEGLI INTERNI ha sentito a distanza l’odore del sangue di un Pd ferito a morte dallo scandalo sanitario che l’ha sostanzialmente decapitato e allora ha deciso di infierire, annunciando futuri sfracelli alla folla adorante. Contenuti pochini, ma non è quello che conta. E così si è ribadito che «i porti restano chiusi» (non c’entra niente con questa storia ma fa sempre effetto), che «Marini ha finito di fare danni», che «il Pd deve far tornare la Regione al voto il prima possibile», con tanti saluti ai (non molti e circondati dalla polizia) contestatori che lo fischiavano dal fondo della piazza. Salvini li ha chiamati «comunisti» e ha detto di voler loro bene perché «sono in via d’estinzione come i panda».
Una notizia: il leader leghista, probabilmente senza aver neanche sentito gli alleati, ha già lanciato una candidata per la guida della regione. Si tratta di Donatella Tesei, sindaca di Montefalco e senatrice. Cosa ne pensino Fi e Fdi non è chiaro, ma Salvini intanto ha occupato il campo, forte anche del fatto che - almeno all’interno del centrodestra ma ormai probabilmente non solo - la Lega è il primo partito in regione. Vincere qui conta quasi il doppio che vincere altrove: l’Umbria è una regione storicamente rossa, retta dalla sinistra sin dal dopoguerra, a livello simbolico vale come l’oro per uno il cui obiettivo pare essere quello di annichilire il Pd ovunque e comunque. Le persone in piazza esultano per quello: non tanto perché conoscano la candidata Tesei o perché la destra in questi anni abbia fatto la parte del leone da queste parti (anzi), ma perché il nemico sta capitolando.
IL PD UMBRO, IN EFFETTI, è alle corde: l’ex segretario Giampiero Bocci è ai domiciliari, con lui anche l’ex assessore alla Sanità Luca Barberini. Catiuscia Marini, indagata, si è dimessa. Il commissario Walter Verini, uomo chiave del fronte dem in questa fase, ha perso una mattinata a dettare alle agenzie smentite: non è stato il partito a convincere l’ex governatrice a dimettersi. Non ci crede nessuno, ma si tratta di un modo per salvare almeno la faccia della già «zarina dell’Appennino», che, pur ribadendo di aver deciso da sola di mollare palazzo Donini, non ha risparmiato stoccate allo stesso Pd, accusato di essere sin troppo accondiscendente verso gli umori giustizialisti dell’opinione pubblica. «Un conto sono le indagini preliminari, un conto una richiesta di rinvio a giudizio, un conto è un vero e proprio processo, una sentenza di primo o secondo grado - ha detto ieri a Radio Uno -. Un partito deve avere la forza di essere ispirato non dalla piazza, sia essa social, mediatica o popolare, ma che sia guidato anche da un senso di responsabilità delle istituzioni». Persa la poltrona, Marini sembra aver guadagnato lucidità e alla fine è riuscita a proclamare una difesa del proprio operato: «L’indagine fin qui ha riguardato l’aspetto amministrativo di trasparenza e di correttezza delle regole e delle procedure. Le cose emerse non mettono in discussione la qualità e l’affidabilità dei servizi erogati e dei professionisti del sistema sanitario regionale».
LA SITUAZIONE, in realtà, è un po’ più complessa: l’inchiesta della procura di Perugia sul presunto concorso sanitario truccato dell’anno scorso produrrà a stretto giro nuovi indagati, cioè alcune delle persone interrogate nei giorni scorsi la cui versione appare contraddittoria rispetto al quadro già emerso. Tra oggi e domani i pm ascolteranno i pezzi più grossi: oltre a Bocci e a Barberini anche l’ex dg dell’ospedale Emilio Duca.

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