ECONOMIA

I risparmiatori a Conte:«Ci incontri o è protesta»

BANCHE E DECRETI FANTASMA
MARIO PIERROITALIA

Le norme sul risarcimento dei risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie, contenuto nel «decreto crescita», sembravano ieri essere state rinviate a dopo le vacanze pasquali e il mega-ponte del primo maggio. La voce ha scatenato la reazione delle associazioni dei risparmiatori che hanno chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte un nuovo incontro il 18 aprile. In alternativa «saremo costretti a chiamare i risparmiatori alla protesta in piazza contro l’attuale Esecutivo». In una lettera hanno ricordato ricordano come, dopo l’incontro avvenuto l’otto aprile a Palazzo Chigi «aveva comunicato a tutti i presenti che in occasione del Consiglio dei Ministri che si sarebbe tenuto all’indomani, martedì 9 aprile, sarebbe stata emanata la normativa disciplinante le modalità di accesso dei risparmiatori al Fondo indennizzo». «Ad oggi tuttavia, di tale normativa non vi è traccia ed anzi abbiamo appreso che il decreto crescita - all’interno del quale, in base a quanto da Lei dichiarato, sarà contenuta la normativa di cui trattasi - slitterà a maggio».
Lo scontro nel governo, tra il ministro dell’economia Tria e i vicepremier Di Maio e Salvini sulle modalità di erogazione dei fondi ha bruciato gli annunci. Ieri il borsino degli annunci dava però il «decreto crescita» e quello «sblocca cantieri» in arrivo in gazzetta ufficiale entro oggi. Lo ha detto il vicepremier ministro del lavoro e sviluppo Luigi Di Maio da Dubai dov’è in visita. Il caos scatenato dal governo che ha approvato entrambi i decreti con la formula buona per tutte le stagioni - il «salva intese» - dovrebbe terminare a breve. Anche se un margine di incertezza resta. Di Maio, infatti, ha detto che i decreti «stanno per arrivare». Salvo intese.
In queste ore sarebbero in corso «dialoghi continui» tra la presidenza del consiglio e alcune associazioni di risparmiatori per trovare «la quadra su una norma» su cui il governo ha stanziato 1,5 miliardi di euro e che «deve essere perfetta» ha aggiunto Di Maio. «Se in questo momento vi è stato un rallentamento è solo perché io ho imposto che non si metta una norma in gazzetta ufficiale se non è concordata con tutte le parti». «Noi abbiamo la volontà di indennizzare direttamente i risparmiatori truffati dalle banche, ma vi è una piccola parte che non può passare per indennizzo. Vogliamo assicurare che questa parte sia veramente piccola e composta da persone che non hanno perso i risparmi di una vita».
L’altro vicepremier dioscuro, il ministro dell’interno Matteo Salvini, ieri ha rimbrottato. Per lui il rimborso doveva essere «una partita già chiusa». «Non faccio il ministro dell’Economia, non faccio il presidente del Consiglio mi risultano gli ultimi contatti in queste ore, spero siano stati risolutivi». Poi si è morso la lingua.

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