VISIONI

Sharon Eyal e il ritmo incalzante di una relazione

FERRARA
FRANCESCA PEDRONI italia/Ferrara

Dalla solida formazione tecnica e interpretativa maturata a Tel Aviv nella Batsheva Dance Company di Ohad Naharin, è uscita alcuni anni fa Sharon Eyal. Danzatrice di spicco nel formidabile linguaggio di movimento Gaga, inventato da Naharin, Sharon Eyal, che è stata anche co-direttrice della Batsheva, guida oggi da coreografa uno dei gruppi più curiosi della nuova generazione israeliana: L-E-V. La compagnia, il cui nome in ebraico significa cuore, vede Eyal collaborare con un team artistico piuttosto vario: la direzione è condivisa con il marito Gai Behar, noto a Tel Aviv per l’organizzazione di eventi multidisciplinari, collaboratore costante del duo è il dj e musicista techno Ori Lichtik. Tra le esplorazioni a denso contenuto emozionale del gruppo, OCD, titolo conclusivo della stagione di danza del Teatro Comunale di Ferrara, ruota intorno all’Obsessive Compulsive Disorder (OCD appunto), nella sua influenza ruvida e drammatica sulle relazioni sentimentali.
IL PEZZO nasce su ispirazione dalla poesia virale OCD, scritta dal campione texano di Poetry Slam Neil Hilborn e visionabile su Youtube, in cui il ritmo incalzante, battente del testo, proietta l’ascoltatore dentro le difficoltà di una relazione amorosa vissuta dallo stesso autore attraverso il filtro dell’OCD. Sharon Eyal trasforma l’impatto dirompente del testo, in un linguaggio che riscrive nel corpo dei danzatori il contrasto tra lo spiegamento di sé in solitudine, gli attimi di fuga verso la libertà da un disturbo che pesa fortemente nello sviluppo di una relazione, l’ossessività nel gesto ripetuto che si contorce nei movimenti pressati del collo, delle spalle, dei polsi, delle caviglie, del bacino. Assoli, quartetti, quintetti, duetti in cui sul graffio techno di Lichtik i danzatori ci portano dentro un pulsante affondo nel tema nel quale la distorsione del movimento si insinua potente, inesorabile, nell’approccio fisico, di contatto, tra i danzatori.

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