EDITORIALE

Ciao e grazie Ornella, prima colonna della nostra storia

Il Manifesto/lutto
LUCIANA CASTELLINAITALIA/ROMA

Ornella, Ornella Barra. È triste che ormai tanti lettori di questo giornale non siano in grado, per ragioni generazionali, di sapere chi era, perché quella brutta malattia che purtroppo colpisce sempre più e sempre più precocemente portando via la mente, l’aveva allontanata da anni dalla nostra quotidianità. L’ultima volta che siamo state/i insieme fu al funerale di Valentino, ma era ormai difficile comunicare. Per questo sarà a tanti impossibile capire il nostro dolore nel momento in cui i suoi figli ci hanno chiamato per dire che la mamma non c’era più: è mancata venerdì, e la ricorderemo oggi, domenica, dalle 10 alle 12, nella piazzetta dell’isola Tiberina dove si affaccia l’ospedale Fatebenefratelli dove era stata ricoverata negli ultimi giorni. Lo stesso dove è morto Valentino, la stessa piazzetta dove ci siamo ritrovati appena saputo che se n’era andato.
Per quelli del Manifesto della «prima ora», noi ormai anziani, Ornella è stata una persona essenziale, tanto da non poter neppure immaginare la nostra avventura senza pensare a lei che ne è stata silenziosa, intelligente, essenziale protagonista. Non potete capire cosa fu l’inizio, quando ancora inesperti, appena gettati fuori dal partito, senza una lira, ci trovammo a gestire un successo inatteso della rivista, 50.000 copie i primi numeri e subito addosso un bel pezzo di Sessantotto che voleva sapere ma anche fare, perché non bastava, a quella nuova, inedita sinistra, essere solo lettori: volevano diventare parte attiva del nostro progetto.
E noi non sapevamo come far fronte a questa domanda che pure ci rendeva felici. A gestire tutto ci fu la tranquillizzante calma di Ornella, diventata segretaria di redazione, un termine riduttivo rispetto alle funzioni che esercitava di fatto. La vedo ancora, come fosse ieri, al suo tavolo nella stanzetta adiacente allo stanzone col tavolo lungo ricoperto di panno verde, la sede de Il Manifesto, la “comune”di Piazza del Grillo ( perché era anche abitazione di Lucio Magri, di Filippo Maone, e poi di altri “pionieri” di passaggio). Ornella era stata a lungo, precedentemente, segretaria di redazione di Critica marxista, anche lei a Botteghe Oscure, dove lavoravano tanti di noi. È lì che ci siamo conosciuti ed è in quelle stanze che si è costruito il rapporto politico che ha dato poi luogo al Manifesto. Ornella non esitò a unirsi all’impresa inizialmente così improbabile. E il fatto di averla portata via alla prestigiosa rivista teorica del Pci fu per noi lo scalpo della vittoria! Restò con noi per anni. Perché divenne anche amministratrice del Pdup, una responsabilità non facile da gestire, come potete immaginare. Proprio il fatto che le nostre sorti fossero affidate alle sue mani ci ha sempre reso tutti sereni.
Ciao Ornella, e grazie a nome di tutti noi, vecchi e giovani che non ti hanno conosciuto ma che, se vogliono bene al Manifesto, sapranno che devono voler molto bene anche alla tua memoria.

Un abbraccio ai figli di Ornella dal collettivo redazionale de "il manifesto"

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