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Cogoleto brucia

GIULIA MIETTAitalia/cogoleto (genova)

L’ultimo aereo era atterrato da poco all’aeroporto Cristoforo Colombo quando nella notte tra lunedì e martedì le fiamme hanno preso vigore sulle colline che segnano il confine tra Genova e Savona. Alcuni minuti dopo il cielo ha cambiato colore. Fiamme alte anche dieci metri hanno iniziato a distruggere tutto quello che ostacolava il loro propagarsi. Alberi, orti, giardini, magazzini e alcune case. Il vento, che soffiava a una velocità di oltre 100 chilometri orari, alleato dell’incendio, lo ha alimentato, reso ancora più feroce. La siccità dell’ultimo inverno ha fatto il resto.
SIAMO A COGOLETO, oggi placida località balneare, un tempo cittadina industriale, estremo ponente del territorio genovese. Per chi abita qui, o per i tanti proprietari di seconde case, è semplicemente “Cogo”. Sulla lunga spiaggia, scenario di vacanze e gite fuori porta, nella notte tra lunedì e martedì sono piovuti tizzoni ardenti e chi era in viaggio in autostrada o sulla statale Aurelia ha trovato rifugio per alcune ore nelle gallerie oltre le quali si era creato un muro di fuoco. «Non ci meritavamo anche questo», ha detto ieri mattina, durante un sopralluogo, l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone facendosi portavoce di tutto lo sconforto e dell’incredulità con cui un territorio che ha fatto della resilienza un brand (tanto che l’ultima campagna di comunicazione istituzionale della Regione è incentrata sullo slogan «La Liguria è un’alra cosa») si è trovato di fronte all’ennesimo scenario apocalittico.
A pochi mesi dal crollo del ponte Morandi, le cui ripercussioni si sono fatte sentire anche sulla turistica riviera di ponente, dopo la mareggiata di fine ottobre, che a Cogoleto ha provocato danni ingenti a stabilimenti balneari, strade e passeggiate, dopo un paio di allagamenti a causa dell’esondazione di un rio interrato, ecco il maxi incendio. Almeno quindici, secondo le prime stime, gli ettari di macchia mediterranea distrutti. Due case mangiate dalle fiamme. Cinquanta sfollati, quasi tutti rientrati nelle loro abitazioni.
NELL’ULTIMA SETTIMANA, ovvero da quando è scattato in Liguria il periodo di grave pericolosità per incendi boschivi, sono almeno cinque i grandi roghi divampati alle spalle della costa. Fabbriche, Stellanello, Arzeno, Rezzoaglio, Sciarborasca e altri. Nomi di piccoli comuni o di minime frazioni che, anno dopo anno, perdono abitanti in grado di prendersi cura di una vegetazione assai fragile. Nei mesi di gennaio e febbraio del 2019, nella sola provincia di Genova, sono bruciati circa 75 ettari.
Nel caso dell’incendio di Cogoleto la procura di Genova ha aperto un fascicolo per incendio colposo e l’ipotesi più probabile è che a innescare il disastro siano state le scintille scaturite da un traliccio dell’alta tensione abbattuto dal vento. Il cavo, ritrovato tra la cenere, sarà analizzato dagli inquirenti. Alcuni residenti hanno raccontato ai carabinieri della forestale di avere visto un bagliore contemporaneamente a un blackout. Maurizio Loreto abita da trent’anni a Capieso, frazione avvolta dalle fiamme, e giura: «Un vento così, mai visto». Nonostante da queste parti tutti siano abituati alla tramontana cattiva - “scura” la chiamano, quando invece del sole porta il maltempo - tanto che gli alberi, a partire dalle migliaia di pini marittimi che sono stati distrutti fino agli arbusti di erica, crescono piegati verso sud, verso il mare, scolpiti dalle raffiche. L’incendio, domato da oltre 60 vigili del fuoco, con due canadair e un elicottero, e decine di volontari, si è avvicinato pericolosamente all’area Stoppani, un ex stabilimento chimico produttore di vernici da anni in fase di bonifica. Ha graziato anche il parco naturale del Beigua, i cui confini sono proprio alle spalle di Cogoleto.
UNO DI QUEI PARCHI per cui ieri, per l’ennesima volta, gli ambientalisti liguri hanno manifestato. Wwf, Italia Nostra, Fridays for future, Lipu, Cai, Legambiente e tanti altri hanno presidiato il consiglio regionale dove si sta per votare una legge che si propone di riordinare il sistema dei parchi, ma di fatto ne cancella 1.000 ettari in ambito regionale. Aree oggi protette che domani non lo saranno, neppure dagli incendi.
Il voto sul disegno di legge è saltato per terza volta consecutiva in tre settimane per l’ostruzionismo dell’opposizione ma la questione è solo rimandata, al 9 aprile. Anche da questo dipenderà il futuro di Cogoleto, e di altri comuni. «È stata una notte durissima» sospira il sindaco Mauro Cavelli, uno dei pochi amministratori di centrosinistra rimasti in Liguria, annunciando la chiusura delle scuole anche per oggi. «Ora inizierà la stima dei danni», aggiunge, auspicando che venga attivato, come ipotizzato dalla Regione, lo stato di emergenza.

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