INTERNAZIONALE

BREVI & BREVISSIME

REDAZIONE ESTERI algeria/sudan/Thailandia/turchia

Fln: all’Algeria serve un nuovo presidente
Il Fronte di liberazione nazionale algerino, il partito del presidente Abdelaziz Bouteflika, fa sapere di
non voler prendere parte
alla conferenza nazionale proposta dal suo leader, non vedendoci alcuna utilità. Un segno del sempre più debole sostegno che l’Fln riconosce a un presidente in disgrazia dopo oltre un mese di manifestazioni di protesta, le più partecipate da decenni. L’Fln non prenderà parte alla conferenza, dice il portavoce Hocine Khaldoun, perché «non risolve il problema»:
«È inutile, quello che serve
è un nuovo presidente».

Proteste in Sudan, sei mesi di carcere per i manifestanti
Ieri una corte sudanese ha condannato a sei mesi di carcere sei manifestanti
per aver violato il divieto di protesta previsto dallo stato di emergenza. Imposto dal presidente Omar al-Bashir
il 22 febbraio per frenare
le proteste anti-governative iniziate il 19 dicembre, non ha troppi effetti: domenica
e di nuovo ieri mobilitazioni
si sono svolte a Khartoum
e Omdurman, disperse dalla polizia con i gas lacrimogeni. Quelle che erano iniziate come proteste per l’aumento vertiginoso del prezzo della benzina e del cibo si sono tramutate in manifestazioni contro il presidente al potere da quasi 30 anni.

Voto in Thailandia, la giunta festeggia prima dei risultati
I risultati definitivi delle elezioni in Thailandia
(le prime dal golpe del 2014)
non saranno resi noti prima di venerdì, fa sapere
la commissione elettorale,
a causa di accuse di brogli
da indagare. Ma Palang Pracharat, partito pro-giunta militare che appoggia l’attuale primo ministro, Prayuth Chan-ocha,
è già pronto a festeggiare: secondo i risultati provvisori, si sarebbe aggiudicato più seggi di quanto i sondaggi avevano previsto: 115 sui 500 parlamentari eleggibili
(i restanti 250 sono stati già nominati dalla giunta). Non abbastanza per scegliere
il premier, ma questo preoccupa poco vista la presenza di partitini vicini
alla giunta militare che gli garantirebbero appoggio.

Quattro detenuti si uccidono in Turchia per Ocalan
Il quarto prigioniero curdo è morto ieri,
nel carcere turco di Tekirdag nella provincia meridionale
di Mardin dove era stato portato temporaneamente per un’udienza. Anche lei, Medya Cinar, si è uccisa come prima altri tre detenuti (Zulkuf Gezen, Ugur Sakar e Ayten Becet) come forma
di estrema protesta per l’isolamento e la prigionia
del leader del Pkk Abdullah Ocalan. Al momento non
ci sono commenti ufficiali
da parte del governo turco.

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