INTERNAZIONALE

Strage sul Tigri, la rabbia di Mosul contro il governo

IRAQ, 103 MORTI
REDAZIONEiraq/mosul

«Non è stato sufficiente che Daesh si prendesse i nostri cari? Oggi perdiamo altre persone. Perché?». Una donna in lacrime affida a Kurdistan24 tutta la rabbia di una città, Mosul, che mai si è risollevata dalla tragedia dell’occupazione islamista. Ieri la protesta contro «corruzione, distruzione e avarizia» è esplosa dopo l’affondamento di un traghetto sul Tigri giovedì: 103 morti, per lo più donne e bambini, 50 dispersi, 55 sopravvissuti. Era sovraccarico, a bordo il triplo delle persone previste. Stavano festeggiando il Newroz, il nuovo anno nella tradizione curda.
Sul posto sono arrivate le istituzioni, il presidente iracheno Barham Salih e il governatore della provincia di Nineveh Nawfal Hammadi al-Sultan. Sono stati accolti da una folla piena di rabbia: lanci di pietre e bottiglie li hanno costretti a scappare in auto. Il governo ha aperto un’inchiesta sull’accaduto e arrestato cinque conduttori del traghetto.
Ma a Mosul una risposta ce l’hanno già: a due anni dalla liberazione della città la ricostruzione non è mai partita. Tra macerie e mancati investimenti, la popolazione si ricostruisce le case da sé e quel poco che Baghdad fa cade letteralmente a pezzi: una settimana fa un ponte è crollato a un mese dall’inaugurazione. Ieri la gente è scesa in piazza per chiedere il minimo: le dimissioni immediate del governatore.

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