POLITICA

L’assessore allo sport che diventa il capofila della linea Sì Stadio

FRONGIA: « NESSUNO SCAMBIO CON L’IMPRENDITORE»
GIULIANO SANTOROITALIA/ROMA

Forse il fatto che Daniele Frongia, assessore allo sport della giunta Raggi, possa avere suggerito il nome di una persona da assumere al costruttore Luca Parnasi non costituisce reato. Ma se la circostanza venisse confermata sarebbe l’indice dell’intreccio di relazioni tra gli amministratori di Roma Capitale e i protagonisti del mega-progetto sullo stadio della Roma. E se Virginia Raggi ha buon gioco a sottolineare i suoi rapporti non eccelsi con Marcello De Vito, per Frongia il discorso è diverso. Sarebbe sbagliato considerarlo un «fedelissimo» di Raggi perché tra i due, al netto delle cariche politiche, c’è un rapporto alla pari, che funziona come in un sodalizio.
ANCHE LUI COME RAGGI e come De Vito, è al secondo mandato in consiglio comunale. Solo che a differenza degli altri non si è affacciato alla politica col M5S ma risulterebbero suoi trascorsi a sinistra. Nei tre anni all’opposizione di Ignazio Marino che cominciano nel 2013 fa valere la sua competenza di laureato in statistica e informatico all’Istat e presiede la Commissione per la riforma e la razionalizzazione della spesa di Roma. Da questa esperienza trarrà il pamphlet E io pago, su sprechi e costi della capitale, che diventa una specie di libretto rosso del grillino romano in cerca di consensi. Proprio nel corso della campagna elettorale che porta il M5S trionfalmente in Campidoglio, Luigi Di Maio annuncia una spericolata spending review in riva al Tevere: «Frongia ha trovato un miliardo di euro di sprechi e privilegi che ogni anno il comune di Roma spende inutilmente. Abbiamo un miliardo di euro di spese inutili da tagliare e investire finalmente in trasporti, scuole, strade, servizi sociali e tanto altro. Metteteci alla prova».
QUEL MILIARDO non si è mai trovato ma Frongia viene rieletto consigliere. Occupa lo scranno in aula Giulio Cesare per pochissimo, visto che si dimette alla formazione della giunta per andare nelle stanze che contano del Palazzo Senatoriale. Inizialmente compare nell’organigramma della Roma a 5 Stelle come capo di gabinetto, poi la nomina viene ritirata per una questione burocratica. Va a fare il vicesindaco con delega allo sport. Incarico, questo, che si ricollega all’altra sua grande passione, quella per il judo. Si palesa il tacito patto che lega Frongia a Raggi e che consente di affermare che l’alleanza tra i due costituisce un vero e proprio ticket, almeno da quando, nel corso delle primarie online per scegliere il candidato a sindaco, Frongia si ritira dalla competizione per non sfavorire Raggi nel suo duello con De Vito.
È MEMBRO ATTIVO DELLA CHAT denominata «Quattro amici al bar». Assieme a lui e Raggi ci sono il dipendente comunale Salvatore Romeo e l’ex finanziere e attuale dirigente in Campidoglio Raffaele Marra, promosso a capo del personale. Quando quest’ultimo viene arrestato per corruzione Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono tentati di staccare la spina alla giunta grillina di Roma, ma l’intervento di Luigi Di Maio e la consapevolezza che un passo falso nella capitale dopo solo sei mesi di amministrazione potrebbe pregiudicare la corsa verso il governo nazionale inducono a rinnovare la fiducia a Raggi. Ma ad alcune condizioni. La prima è che la sindaca venga accompagnata nell’attività amministrativa da Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, due futuri ministri del governo gialloverde. La seconda è che il cosiddetto «raggio magico» venga smantellato. Così, mentre Romeo si dimette da capo della segreteria politica di Raggi, Frongia formalmente perde peso, si accolla la responsabilità politica di avere imbarcato Marra e cede la carica di vicesindaco. Gli resta la delega di assessore allo sport. A detta di molti la sua voce è però ancora rilevante negli equilibri di giunta.
DIVENTA IL CAPOFILA della linea che sostiene l’edificazione dello stadio della Roma e che lo porta a scontrarsi con Paolo Berdini. L’assessore all’urbanistica si dimetterà dopo che la sua competenza sulla grande cementificazione a Tor di Valle viene commissariata. Frongia smentisce: «Non è stato fatto nessun patto - giura nei giorni caldi del cambio di rotta - Né con Parnasi né con altri. È tutto alla luce del sole con incontri in Campidoglio».
Giu.Sa.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it