ECONOMIA

Il governo approva lo «Sblocca cantieri» e attende altre intese

Un Consiglio dei ministri a singhiozzo approva un testo sofferto con una formula enigmatica e non esclude tensioni tra Lega e M5S
ROBERTO CICCARELLIITALIA

Lo «sblocca cantieri» che dovrà avvicinare di un’unghia il governo alla crescita prevista dal premier Conte- quella sull’«anno bellissimo», il 2019, è stato approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri «salvo intese». Questo significa che, dopo averlo emendato a ripetizione secondo la prassi consueta di questo e di altri governi, il testo potrà essere rivisto nei passaggi parlamentari.
NATO CON UN BLITZ di Di Maio, cresciuto grazie alla personalizzazione di Conte che si è messo a girare cantieri spulciando progetti e indossando caschetti, il decreto ha registrato i malumori dei partner leghisti. Al punto che, in una giornata riempita da ben altre preoccupazioni, il voto contro l’autorizzazione a procedere sulla Diciotti, all’ora di pranzo di ieri Salvini ha detto che mancavano ancora «tante opere da sbloccare e un sostanzioso e sostanziale incentivo per far ripartire l’edilizia privata». L’estrema incertezza che ha caratterizzato per giorni di bozze trafugate, e riscritte, mentre andavano e venivano condoni, quello sulle costruzioni anteriori al 1977 ad esempio, è continuata in una giornata che sarà ricordata per un nuovo stile: il consiglio dei ministri a singhiozzo. La prima convocazione della riunione è stata dopo le 14, all’ordine del giorno anche un decreto a garanzia per i correntisti di banche inglesi con succursali in Italia in attesa della Brexit, poi approvato. Dopo, l’interruzione. E la riconvocazione dopo le 19. Via libera dopo le 21. «Salvo intese». Nel pomeriggio Conte aveva promesso di approvarlo in «tre quarti d’ora». Il tira-e-molla dunque continuerà. Alla ricerca dell’intesa. Perfetta.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI a singhiozzo è stato anticipato da una dichiarazione di guerra. Secondo i leghisti, fino a quel momento, non sarebbe stato inserito quanto avevano chiesto. Da qui la promessa di «stravolgere» il testo. Una volta iniziata la riunione, le tensioni sarebbero continuate, rinnovando le tensioni che hanno accompagnato il provvedimento sin dal suo concepimento. Secondo fonti dei Cinque Stelle, i leghisti avrebbero tentato di inserire il condono sulle case costruite prima del 1977. La proposta sarebbe stata respinta, eroicamente. In attesa della smentita prevedibile dei tenori leghisti. Il duetto è programmatico. Peccato rinunciarci.
OLTRE CHE SULLA FORMA del «salvo intese», incompiuta come le grandi «opere», su qualcosa i contendenti sono d’accordo. Una riforma del codice degli appalti, ad esempio. Lo «sblocca cantieri» è stato concepito come un anticipo di un pacchetto di misure più pesante, a cominciare dalla riforma delle riforme. Su questa ambizione i sindacati si sono mostrati critici. La revisione «ci farà tornare alle vecchie leggi obiettivo e alle norme Lunardi» ha commentato Alessandro Genovesi (Fillea-Cgil), anche perché si riconfigura il «General Contractor» e si riducono controlli e trasparenza su figure come il direttore lavori e dei collaudatori, i processi di progettazione ed esecuzione. Un allentamento che può comportare lievitazione di costi e altre opere incompiute.
LA PROSSIMA SETTIMANA potrebbero essere varate altre «misure per la crescita» ha annunciato il premier Conte. Probabilmente si riferisce al piano di rilancio degli investimenti e incentivi fiscali alle imprese a cui ha lavorato il ministro dell'economia Tria per escludere il ricorso a una manovra correttiva. «Avremmo voluto fare tutto insieme, ma i Cinque Stelle frenano perché non hanno proposte da illustrare» ha insinuato una voce leghista. Il decreto, tra l’altro, dovrebbe sbloccare gli appalti, innalzando a 350 mila euro la soglia per le gare a procedura negoziata e prevede l'estensione del «massimo ribasso». Una pratica che può moltiplicare irregolarità. Una volta aggiudicato l'appalto, si allungano i termini dei lavori, aumentando gli importi ricorrendo a varianti e altri stratagemmi. Un rischio non da poco visto che questa tipologia di appalti riguarda addirittura il 70 per cento del totale.
ro. ci.

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