Una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, ha subito violenza fisica. I rapporti sui dati che riguardano la violenza maschile contro le donne (da quelli presentato dalla rete Di.Re. a quelli dell’Istat) raccontano un paese che ancora molto deve fare da un punto di vista della prevenzione e del contrasto. L’unico modo è quello di sostenere con maggiore forza gli sportelli di ascolto, i centri antiviolenza esistenti, le case rifugio e protette, così come le lavoratrici che stanno accanto ai percorsi di fuoriuscita che sempre più donne scelgono di intraprendere. Per fare conoscere la Convenzione di Istanbul e monitorarne l’applicazione (largamente disattesa in Italia), una nuova realtà si affaccia per affiancare e collaborare con chi già da decenni contrasta la violenza maschile; sono oltre 50 le realtà aderenti tra associazioni e gruppi che fanno parte di «Reama», la Rete per l’Empowerment e l’Auto Mutuo Aiuto per le donne che subiscono violenza e per i loro figli, nata dall'impegno Fondazione Pangea Onlus. Presentata martedì nei locali della Casa internazionale delle donne di Roma, rappresenta un contributo che per Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea Onlus, è «un tassello ulteriore nel panorama della prevenzione».
(al. pi.)