ECONOMIA

La Toscana ricorre alla Consulta per assumere i «navigator»

STALLO AL SENATO SUL «REDDITO DI CITTADINANZA». PESCO (M5S): «CI SONO PROBLEMI CON IL GOVERNO»
ROBERTO CICCARELLIITALIA/toscana

La regione Toscana è la prima a fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il governo sui seimila «navigator», i precari che dovranno essere selezionati entro maggio dall’Anpal Servizi a Roma e dovranno lavorare con un contratto co.co.co. per due anni. Queste figure, di incerta collocazione nel progetto vaticinato, ma non ancora sostanziato dal governo, dovrebbero essere formati dai 654 precari dell’Anpal Servizi. Pur in formazione, ma senza sapere come e cosa fare, questi «navigator» dovranno cercare un lavoro stabile a una platea incerta di persone che faranno richiesta del sussidio detto «di cittadinanza». L’atroce paradosso dei precari che cercano lavoro ai poveri è il simbolo più potente di quello che potrebbe essere il vero contenuto del «reddito» in salsa populista.
Il ricorso della Toscana rompe il tentativo disperato di trovare un accordo con le regioni che, a norma di costituzione, hanno competenze sulle politiche dell’occupazione e denunciano da settimane l’anomalia della struttura approssimata dal governo. «In Toscana non ci saranno "navigator" presi come precari e assunti senza le procedure concorsuali previste dalla stessa Costituzione. Lavoriamo per poter assumere a tempo indeterminato» sostiene l’assessore al lavoro Cristina Grieco, tra l’altro coordinatrice della IX Commissione formazione e lavoro della Conferenza delle Regioni. Il ricorso riguarda «una norma improvvidamente inserita nella legge di bilancio che inibisce l’uso delle graduatorie per un numero di posti superiore a quello messo a concorso». Per il governatore toscano Enrico Rossi l’idea di selezionare almeno due volte i precari-navigator - prima dall’Anpal e poi dalle regioni che dovrebbero assumerli dopo due anni- «è vessatoria. Se il governo attuasse la piena collaborazione con le Regioni, anziché fare fughe in avanti, concerterebbe un piano di finanziamenti affinché nel biennio queste persone fossero assunte in modo stabile, senza alimentare nuovo precariato».
Mentre si attendeva l’esito del clic-referendum dei Cinque Stelle su Salvini e il caso Diciotti, via piattaforma Rousseau, la confusione era totale. Dopo tre giorni, davanti a un nuovo rinvio a oggi dei lavori in commissione bilancio al Senato, il presidente M5S Daniele Pesco ha ammesso: «Questa volta non mi aspettavo che si arrivasse a tanto. Evidentemente il governo sta ragionando sugli emendamenti ma se siamo a questo punto è quasi una sofferenza dovere ammettere che c’è qualcosa che non va tra noi, il governo e gli uffici». È il riconoscimento di una sofferenza che va oltre la ricerca di un’intesa sugli emendamenti, alcuni peggiorativi delle norme approvate dal Cdm. Precari sono i «navigator», precario è il reddito, precario è il governo che vuole entrambi.

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