POLITICA

Aquarius, la procura di Catania ricorre

TRAFFICO DI RIFIUTI, ZUCCARO CONTRO LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DEL RIESAME
ADRIANA POLLICEitalia/catania

Venerdì sono arrivate le motivazioni con cui il tribunale del Riesame di Catania ha giudicato «insussistente il contestato reato di traffico illecito di rifiuti» mosso dalla procura diretta da Carmelo Zuccaro contro le Ong Sos Méditerranée e Medici senza frontiere nonché nei confronti dell'armatore Mediterranean shipping agency di Augusta, che si occupava dello scarico e dello smaltimenti dei rifiuti prodotti durante le missioni in mare. Dai tre dipendeva la nave Aquarius che, fino a quattro mesi fa, ha fatto ricerche e soccorso nel Mediterraneo. Il procuratore Zuccaro non si è arreso e ieri ha deciso di fare ricorso in Cassazione contro il provvedimento che ha anche annullato il sequestro di 200 mila euro da due conti correnti intestati all'agente marittimo Francesco Giannino. Zuccaro aveva disposto anche il sequestro dell'Aquarius ma l'atto non è stato eseguito perché all'epoca la nave si trovava già ferma nel porto di Marsiglia. Posti di fronte alle politica di aperta ostilità nei confronti delle Ong, Sos Méditerranée e Msf hanno poi deciso di dismettere l'Aquarius per cercare una nave da attrezzare in modo da sostenere periodo più lunghi con naufraghi a bordo.
«Dalle relazioni sanitarie - hanno scritto i giudici del Riesame - si evince che l'unica malattia infettiva riscontrata dalle autorità marittime era la scabbia, patologia in relazione alla quale il problema dei liquidi biologici non poteva porsi». E ancora: «Esiste la ritenuta potenziale infettività dei rifiuti derivanti dalle operazioni di salvataggio (in particolare abiti e cibo ndr), che dunque avrebbero dovuto essere riferiti come rifiuti sanitari a rischio infettivo o sanitari pericolosi, tuttavia è insussistente il contestato reato di traffico illecito di rifiuti». Insomma se l'illecito c'è è comunque da sanzionare con una contravvenzione perché manca «l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate. Una struttura rudimentale, nel cui alveo ricondurre i traffici illeciti, organizzando una forma di impresa». La procura catanese, che da anni porta avanti inchieste contro le Ong senza alcun risultato, nel ricorso definisce il provvedimento del tribunale del Riesame «autocontraddittorio».
Da Msf ieri si sono detti soddisfatti per il primo round vinto: «Ancora una volta accuse sproporzionate e infondate si rivelano per quello che sono: ostinati tentativi di fermare l'azione di soccorso in mare attraverso una campagna di criminalizzazione sulla vita delle persone, oggi abbandonate nel Mediterraneo, con il rischio di naufragare senza testimoni o di essere riportate forzatamente nel circolo della detenzione in Libia». Il responsabile advocacy di Msf Italia, Marco Bertotto, ha poi aggiunto: «Il Riesame nega la sussistenza del reato contestato. Contro le Ong è in atto una campagna di criminalizzazione mediatica, politica e anche giudiziaria. Siamo stati diffamati, chiamati persino 'vicescafisti'. È un attacco senza alcun riguardo e rispetto nei confronti di una verità, cioè che le Ong stavano lì per fare quello che le istituzioni avrebbero dovuto fare per salvare persone in mare. Fino a oggi non c'è stato un solo rinvio a giudizio e nessun processo». Per poi concludere: «Nessuno ci leverà dalla testa l'idea che l'obiettivo era di togliere le navi Ong dal mare e l'obiettivo è stato raggiunto».

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