POLITICA

I numeri di Bankitalia non contano Di Maio: «Stime apocalittiche»

LA POLEMICA
MARIO PIERROITALIA/ROMA

Non erano ancora terminate le celebrazioni del «decretone reddito-quota 100» che il governo è stato freddato dalla previsione di una «recessione tecnica» a fine 2018. È la stima di Bankitalia secondo la quale la crescitaprospettata, in maniera avventurosa, dalla legge di bilancio per il 2019 sarà in pratica dimezzata. La proiezione del Pil è pari allo 0,6% quest’anno, 0,4 punti in meno rispetto a quanto valutato in precedenza. Le previsioni sono nel 2020 e nel 2021 rispettivamente dello 0,9 e dell’1%, ma i rischi per la crescita sono al ribasso. Se si verificasse una simile possibilità anche nel quarto trimestre dell’anno scorso, questo equivarrebbe a una recessione tecnica.
Per il vicepremier Di Maio, ieri a Sulmona per la campagna elettorale in Abruzzo, sono «stime apocalittiche». Per il pentastellato si tratta di «quella stessa Bankitalia che ci ha lasciato le banche in queste condizioni perché non ha sorvegliato in questi anni». «Non è la prima volta che le stime di Bankitalia - ha aggiunto - poi non si rilevano fondate. Sono diversi anni che non ci prende. Solo è strano. Quando c’erano quelli di prima facevano stime al rialzo, ora al ribasso». Più sfumata la reazione del presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi (Lega) che riconosce il rischio di recessione e precisa in maniera singolare che si riferiscono «al 2018 e al periodo pre-manovra e confermano la necessità di una manovra espansiva». La manovra sarebbe quella da poco approvata. Borghi si augura che «Bankitalia si attivi difendendo in ogni sede europea le scelte del governo per rilanciare l’economia».
«Da Via Nazionale è solo l’ultimo istituto di previsione che abbassa le sue stime di crescita - ha detto Renato Brunetta (Forza Italia) - Ci sarà da aspettare, però, soltanto qualche giorno. Il 31 gennaio ci penserà l’Istat a smascherare tutte le bugie di Salvini e Di Maio». Per Federico Fornaro (Liberi e Uguali) «ci sarebbe e c’è ancora bisogno, invece, di un piano straordinario di investimenti pubblici, un Green New Deal».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it