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LE LETTERE

AA. VV.ITALIA

Comuni mortali
La prima pagina del manifesto di mercoledì 16 gennaio 2019 è, a mio avviso, da incorniciare. Quel doppio senso («Comuni mortali») la dice lunga sull’impasse in cui langue il potere politico britannico a più di due anni del referendum che sancì l’uscita del paese dell’Unione europea (26 giugno 2016). Ma soprattutto ben riassume il bagno di sano realismo che il voto del Parliament più antico del mondo ha inflitto alle velleità imperialiste e sovraniste insite nella Brexit. Ancora complimenti.
Alessandro Punzo


«Mostri in divisa»
L'altro giorno è successo qualche cosa che, a memoria - come hanno sottolineato in molti - non si era mai vista nel nostro Paese e non è certo degna di una nazione civile.
Due ministri della Repubblica, uno - probabilmente per non essere confuso - con indosso una divisa della polizia, l'altro accompagnato da un cineoperatore personale, si sono recati all'aeroporto di Ciampino per accogliere il rientro di un ex terrorista, responsabile di gravi delitti. Riflettendo un po', un precedente, anche se solo cinematografico, si trova. Il comportamento di Salvini e Bonafede a me ha ricordato, infatti, una delle scenette più memorabili di cui è composto il bel film ad episodi «I Mostri», girato nel 1963 da Dino Risi, quando, suscitando un sorriso spesso amaro, si denunciavano efficacemente vizi e difetti degli italiani.
Mi riferisco in particolare alla breve scena nella quale due poliziotti con evidenti difetti fisici, interpretati da un Vittorio Gassman con una dentatura disastrosa e da un Ugo Tognazzi strabico, si concedono ebeti e vanesi al fotografo che li immortala dopo la cattura di un pluriomicida, soprannominato «il Mostro». Ecco, probabilmente, i nostri due ministri non avevano visto il film … ma oggi, purtroppo, non c'è niente da ridere.
Marco Lepre Tolmezzo (UD)


«Sorvegliare e punire»
Riferendomi a ciò che è avvenuto ieri, all’arrivo di Cesare Battisti in Italia che ha visto ad attenderlo (!) il ministro di Grazia e Giustizia nonché il ministro degli Interni, mi chiedo, ancora una volta, perché non siamo riusciti, da sempre, e almeno dopo il 1946, ad imporre lo "studio" della nostra Carta Costituzionale, prima di tutto a coloro che, con poca saggezza e con molta poca cultura, si apprestano a percorrere le strade della politica, oltre naturalmente a tutti coloro che, da bambini iniziano il cammino per diventare cittadini italiani.
E, mi vengono in mente quelle prime pagine di una famoso saggio di Michel Foucault, «Sorvegliare e punire. Nascita della prigione», nel primo capitolo, Damiens era stato condannato a «fare confessione pubblica davanti alla porta principale della Chiesa di Parigi», dove doveva essere condotto e posto dentro una carretta a due ruote, nudo, in camicia, tendendo una torcia di cera ardente del peso di due libbre... e mi fermo qui ! (era, allora il 2 marzo 1757).
Silvana Telaro Roma


Il caso Ancelotti
Le condivisibili idee dell’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti a proposito della necessaria lotta da fare agli insulti e al razzismo negli stadi italiani non nascono dal nulla. Esse sono il frutto di riflessioni maturate dopo aver fatto una larga esperienza sui campi di calcio di tutta Europa (ha allenato, oltre a varie squadre italiane, il Chelsea, il Paris Saint-Germain, il Real Madrid e il Bayern Monaco) e dopo aver verificato che l’Italia si distingue dal resto d’Europa per la permanenza dell’usanza di insultare gli avversari e di fare cori razzisti contro i giocatori di colore delle squadre avversarie. Il caso di Ancelotti può essere utilizzato come esempio di sana sprovincializzazione e di influenza positiva dell’esperienza fatta nelle nazioni europee più progredite. Esso, nel suo piccolo, può essere considerato un modo di applicare nella realtà italiana ancora malata principi che ormai fanno parte della vita quotidiana delle principali nazioni dell’Europa occidentale.
Franco Pelella Pagani (SA)


Forza nuova Seriate
Dopo gli sfregi all’ingresso della sede di Rifondazione Comunista nelle scorse settimane, continuano le provocazioni di Forza Nuova e di suoi esponenti nei confronti degli/le antifascisti/e seriatesi. Una militante dell’Anpi di Seriate è stata accerchiata e rimbrottata brutalmente da fascisti di Forza Nuova per aver scattato una foto al loro banchetto, incredibilmente autorizzato dalla giunta comunale. La presidente cittadina dell’Anpi, la compagna Vittoria Battaglia, è stata addirittura minacciata di morte. Nell’esprimere la nostra piena solidarietà umana e politica alle compagne aggredite e all’Anpi, denunciamo la presenza sul nostro territorio di forze fasciste in contrasto con la Costituzione antifascista e con le leggi che vietano l’apologia e la ricostituzione di partiti che si riferiscono all’ideologia del ventennio.
Per questo, per il rispetto del dettato costituzionale, chiediamo all’Amministrazione Comunale di smetterla immediatamente di autorizzare la concessione di piazze e luoghi pubblici a Forza
Marco Sironi segretario del Circolo Prc/Se “Angelo Polini”, Seriate

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