SEDUZIONE PERICOLOSA NELL’ALTA SICUREZZA

Seduzione pericolosa nell'alta sicurezza

INTERVISTA - Una donna guardia carceraria, il rapporto coi due detenuti, l’evasione
LUCA CELADAUSA/los angeles

Vera storia della rocambolesca evasione di Richard Matt e David Sweat dal Clinton Correctional Facility di Dannemora nello stato di New York, nel 2015, Escape at Dannemora (in Italia su Sky Atlantic e on demand) segna l’esordio di Ben Stiller come regista di serie. Già dietro la cinepresa dei Tropic Thunder e degli Zoolander (ma anche di Giovani carini e disoccupati e di I Sogni Segreti di Walter Mitty), l’attore/regista dà un’ottima prova in questo «true crime» che parte, appunto, dalla cronaca dell’evasione e della caccia ai due detenuti i fuggiti grazie alla complicità di una guardia carceraria con cui entrambi avevano una relazione.
Nell’obbiettivo di Stiller prende forma una storia di seduzione sullo sfondo fosco di una provincia desolata e desolante, un’America nel pieno del grigio inverno trumpiano visto che, come dice il regista, «la serie tratta anche della nostra cultura della detenzione, riflettendo lo stato di profonda divisione politica del Paese col 99% di guardie bianche che controllano l’80% di detenuti neri e ispanici. Non è il nostro argomento principale ma emerge nelle vite di queste persone che ogni mattina fanno un’ora di macchina per andare a lavorare in carcere per pochissimi soldi».
Al centro c’è Tilly Mitchell interpretata da Patricia Arquette - irriconoscibile sullo schermo - una donna di mezza età; è lei la guardia carceraria che instaura coi due uomini il legame sentimentale all’origine della loro fuga. Incontriamo l’attrice che per il ruolo ha appena vinto un Gloden Globe a Los Angeles.
Come ti sei preparata?
David Sweat l’ho incontrato di persona mentre Tilly ho preferito non conoscerla. Ho visto delle sue interviste in tv e mi è bastato. Come attrice è stato affascinante osservare una persona mentire così spudoratamente. Mi è sembrata una abilissima manipolatrice e non volevo che potesse manipolareme o la produzione in qualche modo. Ho letto poi centinaia di pagine con gli atti del processo e ho guardato tutti i filmati disponibili.
Hai capito quali sono state le ragioni delle sue azioni?
La storia d’amore coi due detenuti mi è sembrata nascere dall’insofferenza della donna verso un marito con cui era sposata da sempre e del quale era un po’ la balia. Non lo considerava all’altezza di nulla e gli serbava rancore. Inizia un rapporto con Matt (Benicio del Toro, ndr) da cui è attratta in quanto «maschio alfa», è un rapporto pericoloso ed elettrizzante per lei nuovo. E poi stringe un rapporto più tenero con l’altro uomo, Sweat Paul Dano, ndr), il detenuto più giovane che è in fondo anche un po’ materno.
Poi c’è l’ambiente in cui vive, la piccola città...
Si, in quella la cittadina quasi tutti o lavorano nel penitenziario o sono sposati con qualcuno che ci lavora. E come spesso avviene la comunità dipende dalla prigione per sopravvivere. Non c’è molto da fare, è freddo, è grigio, l’inverno sembra interminabile. Ci sono guardie hanno relazioni con altre guardie - di recente una guardia ne ha uccisa un’altra perché era l’amante della moglie. Credo che ogni essere umano si voglia sentire vivo, amare, flirtare…Tilly è una normale donna coi suoi desideri, la sua sessualità. Mi interessava esplorare questo aspetto perché di solito si pensa che se non hai 20 anni e un certo tipo di corpo la cosa non ti riguarda più. In qualche modo invece lei riesce a sentirsi ancora bella, desiderata. E mi è sembrato importante perché a Hollywood vengono rese sessualmente vive solo persone che con un determinato fisico. Ma questo non riflette la realtà – nemmeno quella dell’industria porno dove esisteun enorme mercato per MILF e grassi, la gente ricerca anche autenticità. Il lato spudoratamente sessuale di questa donna bisognosa di sentirsi bella e sexy fuori dagli stereotipi mi attraeva. Non credo che sia stata abbastanza raccontata la storia della vera sessualità delle persone.
Qual è la portata economica del lavoro dei detenuti?
Non mi rendevo conto di quanto sia massiccio il complesso penale-industriale. Mentre in America le fabbriche chiudono e le aziende delocalizzano, nelle carceri ci sono migliaia di detenuti che confezionano indumenti pagati 38 centesimi l’ora. È una vera industria nascosta.
Avete girato in una vera prigione?
Anche. In realtà abbiamo girato in diversi istituti, tutti luoghi opprimenti. Ci sono un sacco di patologie mentali nelle persone che li abitano, soprattutto i detenuti ma non solo, insieme a una costante sensazione di pericolo. C’è bisogno di urgenti riforme eppure le comunità in cui si trovano i penitenziari spesso temono il cambiamento perché dipendono economicamente dalle prigioni. La cosa più assurda che ci è capitata è che ci hanno fatto visitare la vera prigione dove è accaduta la storia, la nostra guida era una donna che ci ha portato nella sartoria e nel ripostiglio dove Tilly faceva sesso con i prigionieri. Ebbene, qualche settimana dopo è stata arrestata anche lei per la stessa infrazione e ora rischia 17 anni di galera. Là dentro ogni rapporto, ogni emozione vengono intensificati e amplificati.
Sei stata una protagonista del movimento per la parità delle donne nell’industria dello spettacolo, a che punto siamo?
La California ha da poco approvato una legge che impone la parità retributiva. Alcuni stati lo hanno fatto ma in molti stati più piccoli e poveri le leggi non ci sono e c’è invece una grande diseguaglianza nei salari, e ancora molta strada da fare. Io vorrei solo che il mio Pase fosse equo e non sessista o razzista e spero che ci arriveremo un giorno, anche se con Trump abbiamo fatto un bel balzo indietro - a dir poco. Questi ultimi due anni sono stati scioccanti, e inoltre mi sembra che la svolta verso l’estrema destra e anche il suprematismo bianco stia coinvolgendo anche altri paesi. Di sicuro è un momento abbastanza cupo.

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