CULTURA

Morire congelati. Volendo risorgere

ANDREA CAPOCCIusa/Scottsdale (Arizona)

A Scottsdale, Arizona, nello stabilimento della Alcor Life Extension Foundation, sono conservati i resti congelati di 117 persone. È il più grande dei quattro impianti al mondo dedicati a questa attività. La Alcor si occupa infatti di «crioconservazione». Cioè, conserva cadaveri (o loro parti) per poterli eventualmente risuscitare in un’epoca successiva in cui sia stato trovato un rimedio alla causa che ha portato alla morte l’individuo crioconservato. Conservare un cadavere a 196 gradi sottozero costa duecentomila dollari. Per soli ottantamila dollari, invece, si può congerlare solo la testa, in attesa di poter re-impiantare il cervello, o le informazioni contenute al suo interno, in un altro supporto, sia esso biologico o tecnologico. Oltre agli umani, la Alcor crioconserva anche 33 animali domestici. Il paziente crioconservato da più tempo appartiene a James Bedford, congelato nel 1967.

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