VISIONI

Sul divano «la rivoluzione» dell’home movie

Maboroshi
MATTEO BOSCAROLgiappone

Il lancio sul mercato giapponese dei primi videoregistratori risale alla metà degli anni settanta, ma è solo con l’inizio del decennio successivo che il noleggio e la vendita di film in videocassetta comincia a ristrutturare il modo di esperire e concepire il cinema, ora anche sul divano della propria casa. Un ulteriore passaggio fondamentale, ed in qualche modo simbolico, in questa trasformazione avviene nel 1983 quando viene messa sul mercato la prima animazione concepita e prodotta esclusivamente per il mercato home video. Il sedici dicembre di quell’anno, quindi esattamente trentacinque anni or sono, esce infatti il primo episodio di Dallos, quello che viene considerato il primo OVA (Original Video Animation) della storia. Diretto da Mamoru Oshii (Lamù, Ghost in the Shell, Innocence) su un soggetto di Hisayuki Toriumi, si tratta di una storia di fantascienza di stampo heinleiniano, i motivi e le ambientazioni ricordano e sono ispirati infatti a La luna è una severa maestra dello scrittore americano, in cui un gruppo di coloni del satellite si ribella al giogo imposto dalla madre Terra. L’avvento di Dallos è significativo non solo perché dimostra che il pubblico giapponese è pronto a comprare o noleggiare un prodotto animato che non sia passato né in televisione né nelle sale, ma anche in quanto permette di realizzare qualcosa di qualitativamente diverso da quanto di solito fatto per questi due canali distributivi più tradizionali.

Le animazioni sono più curate di quelle televisive dell’epoca, soprattutto perché si possono concentrare i fondi in pochi episodi e non nei ventisei standard che la televisione richiede, senza contare l’eccezionale musica che contribuisce a dare un tono malinconico e quasi riflessivo al lavoro. Inoltre essendo un prodotto realizzato per il mercato home video saltano tutte le svariate censure che il piccolo schermo impone ed in questo modo Dallos si può rivolgere, senza nascondere troppo le proprie intenzioni, direttamente ad un pubblico più maturo. Prodotta dalla Bandai e realizzata dallo studio Pierrot questa mini serie di quattro episodi, l’ultimo uscirà nell’agosto del 1984, apre definitivamente le porte per altri lavori che di lì a poco avrebbero soddisfatto una domanda sempre più crescente, pompata anche dall’ascesa economica che investe l’arcipelago negli anni ottanta. A Dallos seguono infatti altre animazioni fra cui ricordiamo almeno Bubblegum Crisis nel 1987, senza le quali non si sarebbe giunti alla cosiddetta nuova animazione seriale della fine degli anni novanta, produzioni queste per la televisione.

Gli OVA perdono quantitativamente slancio anche a causa della crisi economica della metà del decennio, di solito ad orari notturni con il grande spartiacque che sarà naturalmente Neon Genesis Evangelion. Un altro evento legato al successo di Dallos e del mercato degli OVA, ma non necessariamente una conseguenza diretta di questo, è il debutto alla fine degli ottanta del cosiddetto V-cinema, film realizzati direttamente per il mercato home video, solitamenti opere d’azione e ambientati nel mondo della malavita. Dapprima la sigla si riferisce esclusivamente al filone dei film realizzati dalla Toei ma poi per estensione si allarga a tutti i lungometraggi fatti uscire in videocassette (poi laser disc e DVD) anche da altre case di produzione. Il primo film prodotto e distribuito in questo modo è Crime Hunter, diretto nel 1989 da Toshimiki Okawa, e nel decennio successivo questo nuovo metodo distributivo avrebbe contribuito a lanciare le carriere di molti cineasti fra cui Takashi Miike e Kiyoshi Kurosawa.

matteo.boscarol@gmail

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