SOCIETA

Nelle riunioni al Viminale l’allarme dell’Anci sui rischi del decreto

SICUREZZA
CARLO LANIAITALIA/ROMA

Sul decreto sicurezza adesso il governo apre ai sindaci e si dice disposto a raccogliere segnalazioni su «eventuali difficoltà» nell’applicazione del provvedimento. Intervento tardivo e reso necessario dalla «ribellione» di un numero sempre maggiore di primi cittadini, ma che avrebbe potuto essere tranquillamente evitato se solo da palazzo Chigi, e meglio ancora dal Viminale, ci fosse stata disponibilità ad ascoltare le preoccupazioni più volte espresse dai rappresentanti dell’Anci nelle riunioni del tavolo tecnico sull’immigrazione che, periodicamente, si tengono al ministero degli Interni. Riunioni che spesso si sono svolte alla presenza del sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, come ha ricordato ieri il sindaco di Prato e delegato dell’Anci all’Immigrazione Matteo Biffoni: «Avevamo già segnalato i punti critici del decreto e proposto soluzioni che avrebbero evitato molti problemi», ha spiegato Biffoni. «Ci era stato promesso che avrebbero preso in considerazione le nostre osservazioni, ma così non è stato».
A parte la mancata iscrizione all’anagrafe, contestata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, dall’Anci segnalazioni erano arrivate soprattutto per la decisione di riservare il circuito Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati, escludendo i richiedenti asilo, destinati a Centri di accoglienza straordinaria (Cas). In questo modo a restare senza assistenza finiscono anche le famiglie con bambini e i cosiddetti soggetti vulnerabili come le vittime di tortura e violenze sessuali, donne incinta e persone con problemi di carattere sanitario. Categorie che nel 2017 hanno compreso 2.117 nuclei familiari, per un totale di 6.346 persone, e 7.800 migranti con esigenze particolari la cui assistenza ricade adesso esclusivamente sui Comuni con un aumento della spesa sanitaria calcolato dall’Anci in 280 milioni di euro. Senza contare che l’abolizione della protezione umanitaria e l’espulsione dal circuito Sprar comporterà un aumento degli irregolari sui territori.
Tutte questioni più volte sollevate nelle riunioni dell’Anci e condivise anche dai sindaci di centrodestra, Lega compresa, sebbene solo in qualche caso pubblicamente. Una trentina di questi, favorevoli al decreto, ieri ha chiesto al presidente dell’Anci Decaro una riunione dei massimi organismi per timore che l’associazione «venga usata strumentalmente per sostenere le posizioni politiche di una parte del Paese». c.l.

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