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LE LETTERE

AA. VV.ITALIA

Solidarietà antifascista
Usb Scuola esprime solidarietà alle due studentesse aggredite a Salerno dai fascisti di Forza Nuova. Anna e Roberta, due giovanissime studentesse, sono state aggredite, prima verbalmente con insulti sessisti, e poi fisicamente, da squadristi di Forza Nuova più grandi di età.
Le due ragazze sono state aggredite perché contestavano il testo di un volantino che i fascisti stavano distribuendo all’ingresso della loro scuola, l’Istituto Alfano I, volantino razzista e xenofobo: «Il fascismo - aveva detto una delle due studentesse all’indirizzo dei fascisti prima di ricevere un pugno in faccia - è anticostituzionale e in nessun luogo, nessuna strada, nessuna scuola, c’è spazio per chi semina e alimenta odio».
Usb Scuola esprime solidarietà ad Anna e Roberta e a tutte le studentesse e gli studenti che si trovano a fronteggiare quotidianamente la presenza provocatoria e violenta dei fascisti davanti alle loro scuole e non solo. Usb, inoltre, denuncia l’ampia e grave copertura politica e giudiziaria che favorisce l’apertura di sedi fasciste, manifestazioni e, dalle scuole alle piazze, le azioni dello squadrismo nero, in totale sfregio della stessa Costituzione nata dalla Resistenza antifascista.
Usb P.I. Scuola


La piccola immensa Greta
Greta Thunberg, piccola immensa donna, discorso al mondo sul clima
Greta Thunberg, attivista svedese nata il 3 gennaio 2003, ha solo 15 anni e una determinazione grande, tanto che seppure fa i conti ogni giorno con la sua sindrome di Asperger, è riuscita a portare il suo messaggio dalla sua scuola svedese alla 24a Conferenza mondiale sul clima a Katowice, la capitale polacca del carbone.
La mamma di Greta è la cantante lirica Malena Ernman e il suo papà, è l’ attore Svante Thunberg.
Il 20 agosto 2018, Greta Thunberg è al grado 9 nella sua scuola a Stoccolma e decide di non andarci più fino alle elezioni generali del 9 settembre 2018: il suo paese ha dovuto affrontare ondate di calore e incendi forestali senza precedenti. Richiede al governo svedese di ridurre le emissioni di carbonio come previsto dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Si siede di fronte al parlamento svedese ogni giorno durante l’orario scolastico. Il suo slogan è lo sciopero scolastico per il clima. Dopo le elezioni, continua a manifestare ogni venerdì. Il 4 dicembre 2018, Thunberg affronta il COP24, il Summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 9,10. Spiega la gravità del problema: «Ciò che speriamo di ottenere attraverso questa conferenza è capire che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Dobbiamo essere consapevoli di questo prima e fare qualcosa il più velocemente possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare ciò che possiamo».
Su Twitter, utilizza hashtag #Klimatstrejka, #ClimateStrike e #FridaysforFuture.
Venerdì 14 dicembre, l’ultimo giorno ufficiale di questo incontro, trenta studenti della città mineraria si sono uniti per chiedere ai leader di agire contro il cambiamento climatico. Greta Thunberg ogni venerdì lascia la scuola per recarsi davanti al parlamento di Stoccolma e dei politici non presenti ha detto: «In futuro guarderemo indietro e rideremo di loro o li odieremo».
Ha concluso dicendo: «Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene al popolo. Grazie».
Quello che segue è il suo discorso alla classe politica mondiale, a Katowice in occasione della 24a Conference Of Parties (COP24).
Doriana Goracci


Una Cop inconcludente
Si è appena concluso l’ennesimo vertice per l’ambiente in Polonia. Tanti bei suggerimenti e nulla di impositivo. Eppure l’Onu ha dato un ultimatum per salvare il pianeta che ci ospita: 12 anni. Tutti siamo focalizzati e direi distratti sul consumo di idrocarburi e l anidride carbonica che ne viene sprigionata. Sebbene i cosiddetti “grandi della Terra” ne siano sicuramente ben al corrente non si stigmatizza mai l’impatto distruttivo del consumo di carne/pesce e derivati, la zootecnia ogni anno produce più emissioni di gas serra di tutti i trasporti messi insieme, inquina e distrugge gli habitat, persino la tanto fastidiosa emigrazione ne è connessa, senza parlare ovviamente della crudeltà che infligge a 70 miliardi di esseri senzienti che vengono portati in tavola ogni anno. Perché non lo si dichiara apertamente? il bestiame è responsabile del 51% delle emissioni di gas serra. Il letame produce protossido di azoto 296 volte superiore alla anidride carbonica. Ci siamo mai domandati dove vanno a finire i laghi di urine e le piramidi di deiezioni? Ancora si deforesta per creare pascoli. Si coltivano granaglie per nutrire animali mentre muoiono milioni di esseri umani per denutrizione, non è criminale tutto ciò? Si può dire e far sapere che un hamburger di 110 gr. ha consumato 2.500 lt. d’acqua? Si può divulgare che per ottenere 1 lt. di latte servono 1000 lt d’acqua? Che quasi il 30% della acqua dolce viene assorbita dalla zootecnia? E’ folle imporre divieti per il lavaggio auto o tassare una vettura nuova e nel frattempo non imporre limiti al consumo di carne e latticini. Faccio appello a voi direttori di media, voi classe dirigente illuminata, se il consumatore/contribuente/cittadino non sa e non viene messo al corrente, come può far scelte coscienziose?
Rompete questo muro di gomma omertoso, siate liberi di informare, ne va del nostro e loro (nipoti) avvenire. Oppure la lobby della bistecca (leggi Assocarni per l’Italia) è più forte delle 7 sorelle? Il fattore tempo è molto limitato o si fa una campagna seria anticonsumo di massa oppure siamo predestinati; dobbiamo capire che con le nostre scelte quotidiane contribuiamo o meno in prima persona al surriscaldamento del sassone volante.
Marco Bernardi


Un Natale di intolleranza e sgomberi
Le autorità non avvisano più, prima di avventarsi su un campo di emergenza, in cui sono rifugiate famiglie indigenti, per sgomberarlo e distruggerlo con le ruspe. La disumanità vince e le cittadinanze, in attesa del Santo Natale, applaudono il pugno di ferro e i cingolati distruttivi che mettono famiglie indigenti in mezzo alla strada, mentre la temperatura scende e minaccia la vita stessa dei bambini, delle donne, degli innocenti che si ritrovano, spesso di primo mattino, senza un riparo sulla testa. Roma, a Ponte di via delle Valli le forze dell’ordine e l’Ama hanno sgomberato un insediamento rom lungo la tangenziale est. Milano, a Sesto San Giovanni, sgombero in viale Casiraghi, dove in un capannone una comunità rom romena si rifugiava in tende e baracchine. Un altro campo è sotto sgombero a Navacchio, frazione del comune di Cascina, in provincia di Pisa. L’appello di Munira Halilovic, madre di cinque bambini, non è servito a nulla. Il Comune le ha offerto tremila euro per andarsene e trovare una soluzione abitativa da sola, senza alcun sostegno. Oggi a Genova, uno dei comuni meno umani con i poveri, le baracche e le tende in salita Cappuccini di Campi sono state annientate dalle ruspe di Amiu. Alcune famiglie si sono allontanate prima dell’arrivo della polizia, nel gelo insopportabile di questi giorni Le altre hanno ottenuto sette giorni in albergo, poi dovranno allontanarsi con i loro bambini.
Questo è Natale? Hanno senso i sorrisi della gente che vuole sentirsi buona, in pace con la propria coscienza? No. Il rumore delle ruspe, le voci secche degli uomini in divisa coprono ogni altro suono. Ha ragione don Farinella, parroco a Genova: «Quest’anno niente messa di Natale, perché l’intolleranza ne ha annientato lo spirito».
Roberto Malini

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