VISIONI

«Ci sentiamo come romantici rapper in un’epoca fredda e digitale»

COLLE DER FOMENTO
LUCA PAKAROVITALIA/ROMA

Sono trascorsi 11 anni da Anima e ghiaccio e, diciamolo subito, aspettare ne è valsa la pena. Adversus è l’ultimo album dei Colle Der Fomento: nessuna nostalgia, anzi la band romana rilancia la sua unicità tracciando un solco fra loro e gli altri docili ribelli dell’hip hop. Incontriamo Masito e Danno che ci raccontano il lungo processo creativo: «Abbiamo buttato via molte idee e ricominciato da capo più volte e solo negli ultimi anni, con l’aiuto di Dj Craim, abbiamo trovato un suono che ci facesse sentire noi stessi». Il brano Adversus è un quadro dove ci sono i Colle e la scena rap italiana, in un presente in cui gli artisti se non pubblicano un disco ogni due anni, spariscono, M: «Quando fai uscire la tua musica ragionando su ogni canzone, quello che fai dura e la gente ci si ritrova. Raccontiamo situazioni reali che ci sono capitate e chi ascolta se ne accorge».
UNO DEI PEZZI più significativi è Pensa diverso dove scrivono: “mi dici che l’onore si misura dai nemici, tu che con i deboli alzi la cresta, poi coi forti abbassi la testa, e obbedisci da bravo soldato sbirro dentro”, M: «Il “nemico” è il mondo digitale che ci siamo costruiti: non conta più se porti qualità o banalità, basta essere nel posto giusto e ottenere l’attenzione». È un disco diverso dagli altri, in cui affiorano tante influenze, la spinta del rock, spaccati jazz, il blues campionato, incazzato ma anche riflessivo (in Polvere per esempio). Con Dj Craim che compatta il tutto con un suono nuovo ma retrò allo stesso tempo.
NEGLI USA c’è stato un ritorno del suono hip hop dei ’90, con i nuovi dischi di Eminem, Nas e Cypress Hill, come a dire che quella generazione ha ancora parecchio da dire, M: «Ultimamente ascolto le produzioni del crew Griselda come Conway e Westsidegun, loro hanno uno stile coatto molto anni ‘90 ma le produzioni di quegli anni hanno stancato anche me: oggi non potrei rappare su un beat alla Premiere per quanto sia stato un faro per anni. La cosa si deve evolvere anche se le “evoluzioni” attuali non mi piacciono». Per Danno invece c’è sempre stato quell’hip hop e i prodotti interessanti sono Meyhem Lauren o la scuola di Roc Marciano. In Italia di quella generazione sono rimasti attivi come musicisti oltre ai Colle, Kaos, Dj Gruff e pochi altri. Tanti hanno smesso o si sono riciclati in altri settori musicali.
Vivere di musica è diventato difficile: «Noi fino ad oggi abbiamo campato di rap, e non per due o cinque anni ma per venticinque... Ai nostri live la gente non manca e noi siamo persone che non guardano troppo ai numeri, facciamo la nostra musica e la gente lo sa e ci vuole bene... Tutto qui. Siamo romantici in un’epoca fredda e digitale... Controcorrente». In ultimo ci lasciano con una promessa: «Sicuramente il prossimo album non ci metterà così tanto per uscire, abbiamo già qualche idea».

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