VISIONI

Tra i prigionieri dell’oceano, storie da mondi e destini paralleli

DRAMMATICO
MAZZINO MONTINARIgermania/austria

Wolfgang Fischer, almeno nel suo film più recente, Styx, mostra una passione per i mondi paralleli esibiti attraverso esempi fin troppo diretti. Da un lato, il «nostro» mondo, quello nel quale ci si può far male correndo in macchina e dove si viene soccorsi in tempi rapidissimi protetti da una serie di regole ferree che puniscono l’omissione di soccorso. Dall’altro, il mondo abitato da persone che esistono rigorosamente al plurale, che non hanno un nome, che non possiedono una storia personale e nemmeno collettiva, che possono morire nell’indifferenza totale, che non vengono aiutate perché vi sono delle norme, fatte comunque dal «nostro» mondo, che incitano all’omissione di soccorso. Tornando al primo mondo, una donna (la protagonista del film), un paramedico che soccorre tempestivamente quelli che vanno forte in macchina, può pianificare una traversata solitaria con una barca a vela, sognando di arrivare nell’isola esotica dove Charles Darwin programmò una giungla artificiale.
UN RITORNO all’origine delle specie dove la contemplazione ha esautorato ogni dialogo. Almeno fino a quando una tempesta non rende presente agli occhi della donna, gli «estranei», quelli del secondo mondo che affrontano un viaggio a bordo di un vecchio peschereccio, disperatamente attaccati alla vita e che la perdono pensando di essere prossimi all’evoluzione della specie, cioè vicino a noi, quelli che hanno dimenticato che la vita non è negoziabile.
Mazzino Montinari

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