SOCIETA

«Dl sicurezza blindato, non faremo audizioni»

GIUSEPPE BRESCIA, PRESIDENTE COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI
CARLO LANIAITALIA/ROMA

Tempi strettissimi alla Camera per il decreto sicurezza, arrivato lunedì in Commissione Affari costituzionali introdotto dal suo presidente, il pentastellato Giuseppe Brescia, che è anche relatore del provvedimento. Sabato 16 o, al più tardi, lunedì 19 scadranno i tempi per la presentazione degli emendamenti, il che lascia solo tre giorni di tempo alla commissione per discuterlo prima che il 3 novembre arriva nell’aula di Montecitorio.
Presidente Brescia, la Lega teme sorprese per il decreto in Commissione. Esagera?
Al momento il testo è blindato. Credo comunque che sia dovere della commissione esaminare in maniera approfondita il provvedimento, approvato con molte modifiche sostanziali dal Senato. Come ho rilevato nella relazione, sono stati aggiunti 34 articoli e il decreto ne conteneva 40. Riceviamo un testo sensibilmente ampliato con diverse misure, alcune inserite direttamente nel maxiemendamento approvato dal Senato.
Lei non ha nascosto critiche al testo. Quali sono le misure che la preoccupano maggiormente?
Continuo a temere che la tipizzazione dei nuovi permessi di soggiorno non sia esaustiva e rischi di non dare adeguate garanzie ai più deboli. Le norme sullo Sprar mettono a repentaglio quel sistema di accoglienza diffusa in cui il Movimento 5 Stelle ha sempre creduto. È stato un sistema che ha assicurato ordine nei territori e integrazione per i migranti. Credo che almeno su questi due punti la commissione che presiedo dovrà tenere alta l’attenzione nel tempo.
Il decreto tra le altre cose velocizza l'esame delle richieste di asilo anche prevedendo una futura lista dei Paesi di origine sicuri. La ritiene una decisione condivisibile?
Si è deciso di applicare rigidamente una direttiva europea che dà facoltà ai Paesi membri di fare questo. Non tutti i Paesi l’hanno applicata e forse si potevano alleggerire alcuni automatismi. Con cambiamenti geopolitici molto repentini un Paese sicuro oggi può non esserlo domani.
Pensa che ci sia spazio per delle modifiche?
Il testo è atteso in aula per il 23 novembre e il decreto scade il 3 dicembre. Ci muoviamo secondo questi tempi.
A chiedere di cambiare il testo sono anche i sindaci, preoccupati per le conseguenze che il decreto potrà avere sui territori che governano. Li ascolterete in Commissione?
I tempi ristretti, dettati anche dai lavori sul ddl anticorruzione, difficilmente ci consentiranno di tenere audizioni in Commissione. Ad ogni modo questo è un tema che sarà affrontato presto nell’ufficio di presidenza. Personalmente ho partecipato alla riunione della commissione Immigrazione dell’Anci e ho ben presente cosa chiedono i Comuni.
Vedremo anche alla Camera parlamentari 5 Stelle dissentire con la linea del gruppo?
Non posso parlare a nome di altri. Con la Lega abbiamo fatto un contratto e nostra intenzione è rispettarlo, come mi auguro faranno anche loro sugli altri temi a noi più cari.

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