VISIONI

Nostalgia canaglia dei ragazzi del grunge

ROCK
MARCO DE VIDIUSA

Nirvana, Melvins, Soundgarden, Pearl Jam, Stone Temple Pilots. La scena grunge, esplosa all’inizio degli anni ’90, è stata tanto dirompente e innovativa nei suoni e nell’approccio, quanto tormentata nei destini dei suoi protagonisti. Si pensi a Chris Cornell, suicidatosi l’anno scorso, ultima di una lunga serie di tragedie. Jerry Cantrell e i suoi Alice in Chains, tuttavia, non hanno mai smesso di esorcizzare attraverso la musica rabbia e drammi privati.
QUESTO Rainier fog è il terzo album dal ritorno della band dopo la morte dello storico cantante Layne Staley. E fin dal titolo (riferimento al vulcano sopra la città) è un omaggio al Seattle sound e agli amici che non ci sono più. La ricetta è sempre la stessa ma funziona perfettamente: l’impronta inconfondibile di Cantrell, il cantato a due voci, riff pesantissimi e quelle melodie storte che li rendono riconoscibili al primo secondo. Un disco forse un po’ nostalgico, certo, ma rivolto anche a chi, disorientato da un panorama musicale in cui le chitarre sembrano scomparse, voglia ripartire dai fondamentali.

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