POLITICA

Nomine Rai, per i gialloverdi prova del fuoco. O del cuoco

5 Stelle e Lega si spartiscono i direttori dei Tg. Le testate appese all’autore di Isoardi
MICAELA BONGIITALIA/ROMA

Un passo per volta, perché la lottizzazione non è roba da principianti, soprattutto quando si milita sotto le insegne del «cambiamento». E così tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio l’accordo sulle nomine Rai c’è, ma solo per la prima tranche, quella che riguarda i telegiornali. Lo schemino della spartizione è stato consegnato all’amministratore delegato Fabrizio Salini al quale la legge affida il compito di avanzare la sua proposta al cda e che quindi ha subito rigirato al consiglio (bisogna farlo con 24 ore d’anticipo) le scelte dei partiti. Oggi il cda voterà e non si prevedono sorprese: per bocciare le proposte servono i due terzi dei no.
DUNQUE, ALLA DIREZIONE del Tg1 arriva Giuseppe Carboni in quota M5S. Giornalista del Tg2, si è conquistato i galloni sul campo dopo essersi occupato proprio dei 5 Stelle, dal 2013. Non un nome fortissimo, per il telegiornale dell’ammiraglia, ma va detto che le bio di Carboni segnalano anche che è «uno dei pochi giornalisti che parlano con Grillo». Il che, in tempi difficili per il Movimento, forse potrebbe tornare utile anche a Di Maio.
Al Tg2, in quota Lega ma anche Forza Italia (del resto è grazie a Berlusconi che Salvini ha ottenuto l’elezione di Marcello Foa alla presidenza di viale Mazzini) sarà nominato Gennaro Sangiuliano, un passato da militante del Fronte della gioventù, vicedirettore di Libero con Vittorio Feltri, vicedirettore del Tg1 dal 2009. Tra i sui saggi, Quarto Reich - come la Germania ha sottomesso l’Europa (scritto con Feltri); Putin. Vita di uno zar, e Trump. Vita di un presidente contro tutti.
A SORPRESA AL TG3 arriva Giuseppina Paterniti, per anni solida giornalista economica della stessa testata (ha fatto anche parte del cdr) e poi corrispondente da Bruxelles, successivamente passata alla vicedirezione della Tgr. A lungo impegnata con il sindacato Usigrai, arriva alla guida del Tg3 in quota 5 Stelle ma non troppo (secondo i 5 Stelle). Per lei si era parlato della direzione del Tg1, ma la Lega ha detto no: troppo «europeista». L’attuale direttore del Tg3 Luca Mazzà (voluto da Matteo Renzi ma ritenuto non ostile da Salvini) trasloca alla radio mentre la Lega conquista anche un pezzo da novanta come la Tgr (i tiggì regionali) con Alessandro Casarin. Da definire le direzioni di RaiSport, Rainews e Rai Parlamento.
PIÙ COMPLICATO, a quanto pare, il puzzle delle reti. Complicazioni - secondo i rumors incessanti - non solo politiche. Matteo Salvini infatti si sarebbe impuntato per assegnare la guida di Raidue (ma si è parlato anche dell’ammiraglia) a Casimiro Lieto. A fine maggio alcuni siti riportavano questo scambio su twitter. Anonimo: «Casimiro Lieto approda a La Prova del Cuoco…Che fine sta facendo la Rai…». Replica di Elisa Isoardi: «Sciacquati la bocca prima di parlare di Casimiro. Guarda i dati, i numeri parlano. Bubu settete. Manco la faccia hai il coraggio di mettere». Come è noto Elisa Isoardi ha preso il posto di Antonella Clerici alla Prova del Cuoco dove l’ha seguita - diventando capo autore - proprio Lieto, suo autore di fiducia già nel precedente programma, Buono a sapersi («pensato e scritto a misura per me da Casimiro», sottolineava allora la conduttrice). Insomma in Rai, ma a quanto si dice anche nella Lega oltre che nei 5 Stelle, il forte odore di conflitto d’interessi avrebbe fatto tirare il freno a mano - di qui il rinvio delle nomine per le testate - , essendo Elisa Isoardi la compagna di Matteo Salvini (anche se il gossip su una crisi tra i due impazza).
LASCIANDO DA PARTE il presunto conflitto di coppia, su quello d’interessi si è concentrata l’attenzione del dem Michele Anzaldi: «Se Salini non smentisce, saremmo di fronte a un conflitto di interessi da far impallidire i tempi dei ’nani e ballerine’. Peraltro Lieto sta trascinando una trasmissione di successo verso uno dei peggiori flop di ascolti della sua storia, dal 16% della scorsa stagione ai picchi negativi dell’11 di queste settimane». Lieto è tra l’altro un esterno Rai e andrebbe assunto dall’azienda.
Delle reti il cda si occuperà tra almeno una settimana. Per Raiuno è circolato anche il nome di Carlo Freccero (che è in pensione e quindi non potrebbe avere incarichi in aziende pubbliche), ma lui si chiama fuori. A Raitre potrebbe restare Stefano Coletta e a Rainews (ma a tempo) Antonio Di Bella. A Rai parlamento Fi potrebbe spedire Antonio Preziosi. Nell’attesa, sempre Anzaldi segnala: «Per la prima volta nella storia le opposizioni non hanno neanche un direttore di Tg».

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