SOCIETA

Il Papa: «La politica non strumentalizzi la paura»

CONFERENZA MONDIALE SUL RAZZISMO
LUCA KOCCIvaticano

Contro il «dilagare di nuove forme di xenofobia e razzismo». Ma anche contro i politici che «strumentalizzano le paure per interessi elettorali» e contro i padroni che «traggono giovamento economico» dallo «sfruttamento» di chi è costretto a vivere nella «irregolarità».
È UN DISCORSO SEVERO quello scritto da papa Francesco e distribuito ai partecipanti, ricevuti ieri in Vaticano, al termine della «World conference on xenophobia, racism, and populist nationalism in the context of global migration», promossa dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e dal Consiglio mondiale delle Chiese.
«Ho scritto un discorso da leggere ma è un po’ lunghetto», il consueto esordio del papa quando preferisce parlare a braccio oppure, come ieri, limitarsi a salutare personalmente e a scambiare qualche parola con ciascuno dei duecento intervenuti alla conferenza internazionale che si è svolta all’hotel Ergife di Roma dal 18 al 20 settembre.
«Viviamo tempi in cui sembrano riprendere vita e diffondersi sentimenti che a molti parevano superati», come «sospetto, timore, disprezzo e perfino odio nei confronti di individui o gruppi giudicati diversi in ragione della loro appartenenza etnica, nazionale o religiosa e, in quanto tali, ritenuti non abbastanza degni di partecipare pienamente alla vita della società», dice Francesco. Da lì il passo è breve perché poi si verifichino «veri e propri atti di intolleranza, discriminazione o esclusione, che ledono gravemente la dignità delle persone coinvolte e i loro diritti fondamentali, incluso il diritto alla vita e all’integrità fisica e morale».
FRA I VARI RESPONSABILI, il dito è puntato in particolare verso politici e padroni. Accade, aggiunge il papa, «che nel mondo della politica si ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali». Oppure che altri «traggano giovamento economico dal clima di sfiducia nello straniero, in cui l’irregolarità o l’illegalità del soggiorno favorisce e nutre un sistema di precariato e di sfruttamento», fino a «vere e proprie forme di schiavitù». Costoro, avverte Francesco – un monito che richiama alla memoria il grido di papa Wojtyla ai mafiosi nella Valle dei templi di Agrigento di 25 anni fa –, «dovrebbero fare un profondo esame di coscienza, nella consapevolezza che un giorno dovranno rendere conto davanti a Dio delle scelte che hanno operato». Soprattutto i cristiani, per i quali queste «responsabilità morali assumono un significato ancora più profondo alla luce della fede». Messaggio indirizzato a chi fa politica brandendo Vangeli e rosari, in nome della difesa delle radici cristiane.
Fra gli invitati come relatore anche don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro (Pistoia) che ospita diversi migranti direttamente in chiesa, dopo che Prefettura e sindaco di Fratelli d’Italia hanno chiuso il suo centro di accoglienza per alcune carenze strutturali, e che ha consegnato al papa un appello firmato dai suoi parrocchiani per la riapertura del centro e «restituire la speranza ai rifugiati di Vicofaro».
Il documento finale della Conferenza internazionale parla chiaro: «Razzismo, xenofobia e nazionalismi populisti sono incompatibili con il Vangelo e la fede cristiana».

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