CULTURA

La scoperta dell’acqua liquida su Marte

SCIENZA
PIERGIORGIO PESCALIITALIA

Un team di ricercatori italiani guidato da Roberto Orosei dell’Istituto nazionale di astrofisica ha portato a termine una ricerca riuscendo a provare che su Marte esiste acqua allo stato liquido. Che l’acqua fosse fluita in forma liquida su Marte era noto da tempo. Già nel 1963 uno studio condotto da tre scienziati aveva provato l’esistenza di tracce di vapore acqueo nell’atmosfera del pianeta e alcune meteoriti shergottiti e nachiliti espulse dal pianeta 11 milioni di anni fa a causa di un impatto con un asteroide e in seguito caduti sulla Terra, contenevano idrati di carbonati e solfati prodotti da reazioni con acqua allo stato liquido. In totale si stimò che nelle ere Noachiana (da 4,1-3,7 miliardi di anni fa) ed Esperiana (da 3,7 a 3 miliardi di anni fa) il suolo di Marte era solcato da circa 40.000 corsi d’acqua.
NEL 2015 Lujendra Ojha, uno scienziato statunitense di origini nepalesi confermò che alcuni composti salini, per lo più perclorati di calcio, sodio e magnesio e clorato di magnesio, avrebbero permesso all’acqua di mantenersi allo stato liquido sotto forma di brina anche a temperature fino a settanta gradi sotto lo zero. Proprio questa scoperta portò la Nasa ad ipotizzare che falde acquifere liquide salmastre fossero presenti nel sottosuolo marziano e l’innalzamento di temperatura durante la stagione estiva ne causasse la liquefazione.
Tutto questo era, fino ad oggi lasciato a livello di ipotesi senza aver il suffragio di alcuna prova.
LA RICERCA di Roberto Orosei è finalmente riuscita a dare un fondamento scientifico alla speculazione fatta dalla Nasa. Orosei ha utilizzato il Marsis, un radar capace di sondare la superficie fino ad una profondità di 4 o 5 chilometri. Installato sul Mars Express, la sonda dell’Esa che dal 2003 orbita lungo un’ellittica tra i 300 e i 10.000 km dalla superficie di Marte, Marsis ha esplorato per dodici anni la crosta del pianeta riuscendo ad identificare un’area di circa 20 kmq a 1,5 km di profondità entro cui è stata confermata la presenza di acqua liquida. Il lago sotterraneo trovato dal Marsis è formato da acqua salmastra con una salinità molto elevata che renderebbe la vita quasi impossibile, anche se sulla Terra si conoscono organismi alofili che possono sopravvivere in liquidi con salinità fino al 15%.
I RISULTATI del team di Orosei, divulgati il 25 luglio sulla rivista Science, hanno dato nuovi impulsi alla ricerca della vita sul pianeta rosso. Il successivo passo è quello di identificare altre falde acquifere liquide sotto la superficie di Marte: il Marsis è in grado di identificare solo bacini di acqua liquida che coprono un raggio tra i 3 e i 5 chilometri e con uno spessore di qualche decina di centimetri, quindi non è detto che il pianeta non ospiti altri laghi sotterranei, anche meno vasti di quello scoperto dagli scienziati italiani.

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