VISIONI

Una Settimana della critica sospesa tra politica e mistero

Presentata l’ edizione numero 33 con Africa, India e Medio Oriente
SILVANA SILVESTRIitalia/venezia

A dare un primo segnale di quello che sarà il programma 2018 della Settimana della Critica, sezione autonoma della Mostra di Venezia organizzata dal Sindacato nazionale critici cinematografici presentato alla Casa del Cinema (29 agosto - 8 settembre) sono le gigantografie di Oleg Senkov, cineasta e scrittore ucraino e Kiril Serebrennikov cineasta e direttore artistico del Gogol Center, il primo condannato a 20 anni di carcere ora in sciopero della fame ad oltranza, il secondo agli arresti domiciliari dal 2017. Due tra gli artisti bloccati nella loro libertà di espressione, a cui va la solidarietà di chi si occupa di cinema non solo come spettatore.
COSÌ nel programma Sic di quest’anno si nota la scelta decisa di guardare verso alcune situazioni politicamente rilevanti, verso paesi che difficilmente avrebbero possibilità di emergere dal punto di vista della visibilità. Lo mette in evidenza Giona Nazzaro delegato generale della Sic (con la commissione di cui fanno parte Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino, Massimo Tria) insieme alla volontà di allargare il più possibile lo spettro delle scelte, senza dimenticare la priorità della qualità formale dei film d’esordio selezionati. Ricordiamo che in fatto di talenti la Sic ha scoperto e lanciato nel corso dei suoi 33 anni autori come Assayas, Leigh, Pedro Costa, Kechiche, Harmony Korine, Trapero, Mazzacurati, Caligari, Capuano, Torre, Rubini.
RIEMERGONO le atmosfere quasi dimenticate del cinema africano subsahariano dei «padri» Ousmane e Ouédraogo in A Kasha (La retata) del sudanese Hajooj Kuka, la guerra civile in Sudan sotto forma di commedia secondo la tradizione del grande cinema africano, dove si raccontano, tra Plauto e Monicelli, le peripezie del rivoluzionario Adnan. Un’altra zona di guerra infinita è la Siria e con Lissa Ammetsajjel (Ancora in registrazione) del cineasta e reporter Saed Al Batal e dell’operatore Ghiath Ayoub ci porta nel mezzo di immagini ben diverse da quelle che siamo soliti vedere in tv, materiale raccolto in tre anni, una riflessione sulle immagini della vita quotidiana ai tempi della guerra. In quest’epoca di passaggio come quella che stiamo vivendo, alcune opere raccontano linee di demarcazione, come la Germania nei giorni precedenti alla caduta del muro in Adam und Evelyn di Andreas Goldstein, o la fine della classe operaia nel montenegrino You have the night di Ivan Salatic (già ad Orizzonti nel 2015 con il corto Backrards). Il mistero aleggia sugli altri film della selezione: la commedia surreale francese Bêtes Blondes di Alexia Walther e Maxime Matray per cui si sono azzardate affinità con Ruiz, M di Anna Erikson (Finlandia) presentato come un oggetto misterioso, esordio nel cinema della popstar dalle impressionanti vendite discografiche.
FILM ITALIANO scelto dalla Sic è Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lomartire, lo scorso anno alla Sic con il corto Piccole italiane che ha avuto notevoli riscontri. La collaborazione tra Luce Cinecittà e Sic continua anche quest’anno con una selezione di corti, osservatorio sui nuovi talenti, una sezione per la prima volta competitiva. Film di apertura della Settimana è un film indiano fantasy dal ritmo sincopato (e senza canzoni) Tumbbad di Rahi Anil Barve e Adesh Prasad mentre film di chiusura sarà un horror proveniente inaspettatamente dalla Tunisia, Dachra di Abdelhamid Bouchnak che rovescia i canoni del tranquillo villaggio dove si allevano capre e regna il bene.

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