Papa Francesco ha rimosso dalla guida della diocesi di Osorno (Cile) il vescovo Juan Barros, accusato di aver coperto gli abusi sessuali sui minori del suo "maestro" padre Karadima.
Il «caso Barros» aveva fatto esplodere lo scandalo pedofilia in Cile (80 preti coinvolti), che Francesco aveva minimizzato («non ci sono prove, tutte calunnie»), fino a quando l’indagine del suo inviato, mons. Scicluna, non ha rivelato evidenze di abusi e coperture che hanno spinto il papa alla retromarcia: ha ricevuto le vittime e ha convocato in Vaticano i vescovi cileni, che a maggio hanno presentato le dimissioni.
Oltre a Barros, Francesco ha rimosso altri due vescovi, formalmente per raggiunti limiti di età (75 anni): Caro (di Puerto Montt) e Duarte (di Valparaíso), quest’ultimo accusato di condotta scorretta da ex seminaristi. La vicenda non è conclusa. Scicluna è di nuovo in Cile per un supplemento di indagine. In odor di rimozione altre tre vescovi insabbiatori e "discepoli" di Karadima e forse di altri due cardinali over 75.