VISIONI

Cecchinato lotta con Thiem poi cede. Finisce l’avventura al Roland Garros

TENNIS
MAZZINO MONTINARIFRANCIA/PARIGI

È terminata con una sconfitta in semifinale, l’inaspettata avventura a Roland Garros di Marco Cecchinato. Il venticinquenne palermitano è stato sconfitto da Dominic Thiem, 7-5 7-6 6-1. Un divario fin troppo contenuto nei primi due set, dove l’austriaco è sembrato sempre in controllo, persino quando ha offerto qualche chance di rientro all’italiano (tre setpoint falliti in un tie-break palpitante), ma decisamente ingeneroso nel terzo parziale, quando l’ex numero 72 del mondo e da lunedì nei primi trenta, ha avvertito di colpo tutta la fatica accumulata in quasi due settimane vissute come mai gli era capitato finora.Il servizio più veloce e la maggiore profondità e penetrazione dei propri colpi, hanno consentito al numero 8 del mondo di scegliere come giocare e vincere i punti decisivi. Solo grazie a un paio di amnesie di Thiem, le quotazioni di Cecchinato sono risalite.
AL TENNISTA palermitano forse è mancata un po’ di spregiudicatezza. Non bisogna dimenticare, però, che di fronte aveva l’unico giocatore in grado di battere Rafa Nadal (l’altro finalista parigino, dopo il netto successo su Juan Martin Del Potro) sulla terra rossa negli ultimi due anni (Roma 2017, Madrid 2018).Erano quarant’anni che un giocatore italiano non raggiungeva le semifinali di uno slam. Fu Corrado Barazzutti nel 1978, proprio a Parigi (perse da Björn Borg racimolando un misero game in un’edizione soporifera come spesso accadeva nell’epoca dei pallettari), a suonare l’ultimo squillo in campo maschile. Dopo quella semifinale, solo qualche saltuaria incursione nei quarti ottenuta dal campione di giornata. Che ne sarà ora di Cecchinato? Veleggerà compiaciuto per qualche anno nelle prime trenta posizioni garantendosi la partecipazione diretta ai grandi tornei, o sarà in grado di compiere quel salto di qualità ulteriore per entrare nell’élite del tennis mondiale?
A PARIGI ha dimostrato notevoli qualità e ha dato una scossa a un torneo finora piatto. Riavvolgendo il nastro delle sue partite, emergono le caratteristiche del giocatore potenzialmente destinato a una classifica importante. Classica vittoria sofferta nel primo turno, e poi successi convincenti con avversari forse non al massimo della condizione ma che, prima di scendere in campo, parevano favoriti. Naturalmente, resterà nella mente la vittoria contro Novak Djokovic, non tanto per il successo in sé, ma per il modo in cui Cecchinato ha abbattuto lo stereotipo del giocatore che prima sorprende il campione plurititolato e poi rientra nei ranghi perdendo con onore tra gli applausi del pubblico e qualche pacca sulla spalla. Proprio questa forza di sovvertire la regola e di desiderare la vittoria, autorizza a pensare che non si sia trattato di un incantesimo fuggevole. Per Cecchinato la stagione sulla terra rossa, la superficie ideale soprattutto per la posizione che tiene in campo, è terminata. La nuova classifica impone territori meno confortevoli. Da un lato può dispiacersene, dall’altro giocare sull’erba e sul cemento gli toglierà la pressione del risultato a tutti i costi e gli permetterà di prendersi del tempo per metabolizzare il gran salto effettuato a Parigi. Certe vette possono dare le vertigini.

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