VISIONI

Melodie ancestrali e voci paradisiache per esplorare l’anima

LE MYSTÈRE DES VOIX BULGARES - Fondato nel 1952, il coro è diventato un fenomeno «pop» a metà anni 80 scoperto dall’etichetta 4AD
ROBERTO PECIOLAUSA

Era il 1986, o giù di lì, e come molti in quel periodo eravamo alla ricerca di novità in arrivo dalla fervida Albione. La 4AD, label britannica creata dal produttore Ivo Watts-Russell e che nel suo roster aveva nomi quali, solo per citare i più noti, Cocteau Twins, This Mortal Coil, Dead Can Dance, era una delle etichette più all’avanguardia. Fra i titoli a catturare l’attenzione un disco, dal titolo intrigante, specie per chi amava i suoni gotici e cupi, era Le Mystère des Voix Bulgares. L’album, in realtà la re-issue di un’opera pubblicata nel 1975, fu una rivelazione, e in molti si innamorarono di quelle melodie ancestrali e magiche.
UN PAIO di anni più tardi arrivò il secondo volume e via via ancora altri, fino a far diventare quel coro di sole donne, ensemble dall’amalgama perfetto, e quei brani della tradizione bulgara delle vere star internazionali, con le loro performance richieste in ogni parte del mondo. Oggi quell’ensemble è attivo più che mai e lo dimostra il nuovo lavoro in uscita in questi giorni, BooCheeMish, ancora una volta pubblicato dalla 4AD (distr. Audioglobe), con un featuring davvero speciale, quello di Lisa Gerrard, voce celestiale dei Dead Can Dance nonché autrice di colonne sonore celeberrime - come quella per il pluripremiato Il gladiatore - e collaboratrice di compositori quali Hans Zimmer e Ennio Morricone. Un progetto che, rispetto ai precedenti, mostra varie differenze, a partire dal fatto che molte delle tracce in questione sono state scritte appositamente dal musicista Petar Dundakov e dall’utilizzo di una ampia strumentazione a supporto delle voci. «Da subito – ci racconta Boyana Bounkova, una delle ’voci bulgare’ - abbiamo pensato che l’album dovesse prevedere delle collaborazioni con altri artisti e musicisti e che non dovesse essere necessariamente un disco di ’traditional’ o a cappella, volevamo esplorare altri territori. Così abbiamo invitato a partecipare al progetto Lisa Gerrard, la quale ha accettato in maniera entusiastica e ha portato con sé il percussionista tedesco David Kuchkermann, ma nel disco ci sono molti altri strumenti come gadulka, chitarre, kaval, contrabbasso, archi e persino il beatbox in quattro brani, tutti strumenti acustici voluti da Petar Dundalkov, l’autore della maggior parte dei brani in scaletta, per dare un tocco in più al prodotto».
LA VITA e la storia del coro con la pubblicazione del primo album è cambiata totalmente e da semplice ensemble nato – era il 1952 - per registrare musica tradizionale a favore della radio e tv di stato bulgara, è assurto a fama internazionale, come ci ha raccontato Dora Hristova, direttrice del coro da ormai 25 anni: «Grazie a quel disco il nostro lavoro ha catturato l’attenzione del pubblico di tutto il mondo, attratto da quei suoni vocali arcaici e da quelle melodie, e così sul finire del 1987 siamo state invitate per dei concerti in Germania, e da allora ci siamo trasformate in un coro da concerti e abbiamo cominciato a viaggiare in tutto il mondo, con quel nome, Le Mystère des Voix Bulgares, coniato da Marcel Cellier, l’etnomusicologo svizzero che ha prodotto i nostri primi due dischi, nel 1975».
UNO DEI PUNTI di forza e richiamo del nuovo lavoro è senz’altro la presenza di una delle personalità e delle voci di maggior spessore della scena internazionale, l’australiana Lisa Gerrard, che così si è con noi espressa circa la sua partecipazione al progetto BooCheeMish: «Ebbi la fortuna di vedere all’opera il coro moltissimo tempo fa e quando sono stata chiamata per collaborare non ho avuto esitazioni. È sempre una sfida confrontarsi con qualcosa di nuovo e diverso rispetto a quello che è il tuo campo, è un processo costante di apprendimento, sono sempre alla ricerca di piccole chiavi, di una paletta di colori il più larga possibile, è una cosa che trovo eccitante». «Lavorare con un’artista incredibile come Lisa Gerrard – sottolinea Dora Hristova – oltre a essere un onore ci permette anche di acquisire conoscenze artistiche diverse e di avvicinarci alle giovani generazioni».
OVVIAMENTE il progetto non resterà confinato nei solchi di un disco ma verrà portato anche in tour, toccando vari paesi d’Europa, e a proposito di piani per il futuro non si poteva non chiedere alla signora Gerrard qualcosa riguardo a ciò che sarà dei Dead Can Dance, l’onirica creatura in cui ha militato per anni accanto al sodale Brendan Perry: «Abbiamo appena finito di registrare un nuovo album e da maggio 2019 saremo di nuovo in tourneée».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it