VISIONI

Il furore sparagnino della vecchia signora

Dopo il blitz londinese la juve si getta sul campionato
LUCA PISAPIAitalia

Due così vorresti sempre averli al tuo fianco. A vederli come si incitano l’un l’altro dopo una parata o un tackle, urlando se a trenta metri di distanza, avvinghiandosi se vicini, capisci come la Juventus, al di là di ogni discorso sul potere, riesca vincere partite perse e campionati smarriti. Certo Buffon ha 40 anni, e trovarlo sdraiato a terra dieci secondi prima che Son tocchi il pallone per buttarlo in rete, ti fa capire che ha imboccato il viale del tramonto, Chiellini ne ha 33, e se la Juve ha lasciato campo al Tottenham qualche responsabilità ce l’ha.
CERTO, sono gli stessi che in Nazionale non sono riusciti a superare la Svezia. Ma è evidente che in maglia bianconera si trasformano. Come Allegri, allenatore che ribalta la partita con i cambi, due terzini per allargare la squadra, e poi non si sbrodola nelle dichiarazioni post partita. «Le partite le vincono i giocatori, non io. Io faccio solo danni e ogni tanto cerco di rimediare», dice sornione, alla faccia degli scienziati del pallone. E non è finita qui, perché ieri di ritorno dall’impresa in terra inglese, Allegri, Buffon e Chiellini si sono precipitati a Firenze, accolti dagli applausi degli storici rivali, unendosi a una folla oceanica per i funerali di Astori, il capitano della Fiorentina morto domenica.
ORA LA JUVE si può dedicare al campionato, dove domenica aspetta l’Udinese dall’alto del suo punto e della sua partita in meno nei confronti del Napoli. I partenopei, reduci dalle quattro sberle prese due settimane fa in casa con la Roma, domenica sera contro l’Inter devono assolutamente vincere. Anzi, devono vincerle tutte, se vogliono tenere il passo di questa Juve, che come al solito a primavera vola. Proprio la Roma, intanto, apre stasera la ventottesima giornata stasera contro il Torino, nell’anticipo dell’anticipo, martedì arriva lo Shakhtar. Mentre Lazio e Milan, impegnate ieri sera in Europa League, giocano rispettivamente a Cagliari e Genova domenica pomeriggio. Archiviati i complimenti alla Juve per questi due giorni, per un appassionato neutrale non dovrebbe essere difficile scegliere tra Allegri o Sarri, il gioco difensivo o offensivo, speculativo o desiderante. Poi leggi i quotidiani inglesi esaltare il gioco sparagnino bianconero contro l’utopia offensiva del Tottenham. Leggi L’Equipe e scopri che il club più ricco del mondo, il PSG, per l’anno prossimo ha messo sotto contratto Conte: uno che ha vinto molto ma che domenica scorsa ha sfidato il City di Guardiola senza attaccanti. Tutti dietro, per perdere solo uno a zero invece che tre o quattro, magari rischiando di vincere, ma senza fare un solo tiro in porta nel primo tempo. E pensando all’intensità difensiva con cui giocano le sue squadre, ti ricordi che al di là dello stile c’è un furore agonistico nel gioco del pallone da cui non si può prescindere. Che è proprio della Juventus, da sempre. E che le urla e gli abbracci di Buffon e Chiellini raccontano alla perfezione.

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