SOCIETA

Abusi sessuali, 24 casi scoperti anche in Msf -

L’organizzazione umanitaria si autodenuncia. E spiega: «Licenziati 19 operatori»
CARLO LANIAFRANCIA/PARIGI

Ventiquattro casi di molestie o abusi sessuali nel solo 2017. Dopo Oxfam a finire nel mirino per una serie di scandali sessuali con protagonisti operatori umanitari questa volta è la francese Medici senza frontiere, un’altra Ong tra le più conosciute al mondo. La denuncia arriva direttamente dalla sede di Parigi dell’organizzazione che spiega di aver deciso di rendere pubblico quanto accaduto in nome del principio di trasparenza su cui basa il suo lavoro. «Siamo favorevoli che anche i settori umanitari finiscano sotto i riflettori, perché questo ci aiuta a combattere gli abusi sessuali», ha spiegato ieri la responsabile risorse umane di Msf, Federica Nogarotto.
I casi di cui si parla - e che hanno portato al licenziamento di 19 operatori e al sanzionamento di altri cinque - riguardano quasi tutti abusi commessi nei confronti di altri operatori di Msf impegnati in missioni all’estero, tranne due episodi che hanno invece avuto come vittime persone esterne all’organizzazione umanitaria. In alcuni casi per volontà delle stesse vittime si è anche arrivati a presentare denuncia alla polizia locale.
Gli abusi sessuali rappresentano però la punta di un iceberg che in realtà è molto più ampio. Sempre l’anno scorso, infatti, agli uffici parigini di Msf sono arrivate 146 segnalazioni di comportamenti irregolari, dalle violenze verbali, agli abusi di potere, alle molestie per finire con gli abusi sessuali. E dl conto no fanno parte gli episodi risolti dai capi missione direttamente sul campo. Un numero in crescita rispetto al 2016, quando a fronte di oltre un centinaio di denunce alla fine si arrivò al licenziamento di dieci operatori.
Delle 146 segnalazioni del 2107, invece, su quaranta è stato deciso di aprire un’indagine interna che ha portato alla constatazione dei ventiquattro casi più gravi e al conseguente licenziamento dei responsabili.
Fondata nel 1971 in seguito all’esperienza maturata da alcuni medici nel corso delle guerra di secessione del Biafra dalla Nigeria, Medici senza frontiere può contare oggi su 40 mila operatori impegnati in 70 Paesi tra Medio Oriente, Africa, Asia e Europa. Un’enorme macchina che nella sua gestione non poteva non prevedere anche meccanismi di allarme per la presenza di comportamenti irregolari da parte dei suoi stessi operatori. Per facilitare l’emersione di questi casi col tempo sono stati previsti strumenti per incoraggiare le denuncie da parte non solo delle vittime ma anche di eventuali testimoni che possono utilizzare indirizzi mail e linee telefoniche dedicate con la garanzia che il loro nome non verrà mai reso pubblico. «Non è facile rivelare queste cose ma dobbiamo farlo», ha spiegato ieri la direttrice della comunicazione, Avril Benoit.
Un impegno che non sembra però ancora sufficiente a svelare pienamente quanto accade nelle arre in cui la ong opera. «Nonostante le segnalazioni di abusi siano in costante aumento - sottoliena infatti Msf - siamo coscienti che il numero di abusi al nostro interno sia sottostimato. Al nostro interno lavoriamo sodo per sensibilizzare di più».
c.l.

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