CULTURA

Se la statua della Libertà è patrimonio delle balene

PAGINE DA SFOGLIARE E TOCCARE
ARIANNA DI GENOVAITALIA

Un invito a coltivare senza indugi la vita onirica, staccando i piedi da terra, proviene da un autore che possiamo considerare quasi un classico, l’inglese David Almond (quello di Skellig). Il sogno di Nautilus per Orecchio Acerbo, con i disegni di Dieter Wiesmüller, presenta «pagine piene d’acqua» perché il mondo è stato sommerso. Nessuna città né monumento è rimasto a galla. E squali e grandi balene popolano i fondali, raccontandosi le storie dell’umanità scomparsa. È un buon inizio poetico per immaginare un futuro diverso, straripante di acqua invece che di polveri tossiche.
Quando il sogno volge in incubo (con molto humour), è arrivata l’ora di Un orso sullo stomaco di Noemi Vola (Corraini), fondatrice nel 2014 di Bianca, la rivista autoprodotta per bambini. Più viene cacciato via, più quell’orso nero guastafeste non sparisce e segue la protagonista. Neanche un aereo la metterà al riparo dalla belva (che comunque feroce non è).
Ben più simpatico è il «re della giungla» di Giulia e il leone dell’artista e autrice di Glasgow Lesley Barnes (Gallucci). Un direttore di circo lo ha detronizzato, togliendogli la corona. La bambina, che in realtà stava leggendo il suo libro, salta dentro le pagine e aiuta il leone a fuggire lontano dal tendone, verso la libertà, a bordo del treno. Una storia di amicizie possibili tra «diversi» è anche quella proposta da Sonda: è Sei come me! del francese Jean Baptiste Del Amo (illustrazioni di Pauline Martin), che nel 2006 ha vinto il Goncourt come miglior giovane scrittore e che qui è alla sua prima incursione nel mondo dell’infanzia (il suo romanzo ultimo è Regno animale, Neri Pozza).
Infine, per i più piccoli, tre novità meravigliose, da sperimentare anche tattilmente: Melìmelò, il mischia storie di Michio Watanabe (Giralangolo edizioni), i pop up sulla natura di Ippocampo (bellissimo Il giardino blu di Elena Selena) e l’albo edito dal Castoro Tutti insieme (di Elisa Géhin) che reinventa l’abbecedario trasformandolo in una festa per gli occhi continua. 
A. DI GE.

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