INTERNAZIONALE

No all’estradizione del prete pedofilo

VATICANO/CANADA
LUCA KOCCIvaticano/canada

La "tolleranza zero" di papa Francesco contro la pedofilia del clero inciampa sull’immunità diplomatica. Non verrà estradato in Canada monsignor Carlo Alberto Capella, funzionario della nunziatura apostolica di Washington (l’ambasciata vaticana in Usa), nei confronti del quale le autorità canadesi hanno emesso un ordine di arresto per il reato – che sarebbe stato commesso in Canada – di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.
Il direttore della sala stampa della Santa sede, Greg Burke, puntualizza che ancora «non c’è alcuna richiesta di estradizione arrivata dal Canada». Ma l’agenzia Ansa riferisce di aver appreso «da fonti qualificate» che, quando giungerà, il Vaticano la respingerà, opponendo l’immunità diplomatica di cui gode il funzionario di Oltretevere.
Il caso è venuto alla luce questa estate. Il 21 agosto il Dipartimento di Stato Usa ha notificato alla Santa sede l’ipotesi di violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di mons. Capella, chiedendo contestualmente al Vaticano di rimuovere l’immunità diplomatica. Richiesta respinta dalla Santa sede, che invece ha immediatamente richiamato a Roma il proprio funzionario e affidato le indagini al promotore di giustizia del tribunale vaticano (una sorta di pm), Gian Piero Milano. Subito dopo si è mossa anche la polizia canadese.
L’inchiesta vaticana «richiede collaborazione internazionale e non è ancora terminata», precisa Burke. Se rinviato a giudizio, Capella – che ora risiede in un appartamento nel Collegio dei penitenzieri, lo stesso di mons. Wesolowski, nunzio a Santo Domingo, morto di infarto pochi giorni prima che in Vaticano cominciasse il suo processo per pedofilia – verrebbe processato dentro le mura leonine e non nello Stato in cui ha commesso il reato. E questo, in molti casi, resta il punto debole della sbandierata fermezza vaticana contro la pedofilia.
Luca Kocci

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