INCHIESTA

Da «Forza cani» a «Il mio domani»

LA CINEASTA
ERMINI CECILIA

Cineasta da sempre attenta ai cambiamenti urbani e antropologici della sua Milano «donna e madre», Marina Spada ha sempre posato il suo sguardo calibrato e amorevole anche sulle trasformazioni della condizione femminile, privilegiando le sfumature plumbee di un disagio alla ricerca di nuova identità dove, come nel cinema del suo dichiarato maestro Michelangelo Antonioni, l'eterno femminino setaccia la crisi del tempo. Dopo l'esordio con «Forza cani», allucinato viaggio notturno fra muri imbrattati e deserti cittadini di cinque emarginati, nei lavori successivi - il sospeso e rarefatto «Come l'ombra» e il documentario su Antonia Pozzi «Poesia che mi guardi» sull'odierna necessità poetica - Marina Spada ha proseguito il suo studio sulla solitudine umana e metropolitana fino al suo ultimo lungometraggio, «Il mio domani», presentato nel 2011 al Festival Internazionale del Film di Roma. Il «suo» domani prevede un nuovo lungometraggio di finzione «da girare sempre a Milano, alla luce delle sue ultime trasformazioni», un documentario di creazione «nello stile del film sulla Pozzi» sullo scrittore Piero Chiara e la partecipazione a un film corale di sei cortometraggi di sei registi italiani proprio in occasione dell'Expo 2015.

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