Lo sguardo al futuro: l'intera parabola artistica di Claudio Abbado, durata oltre sessant'anni, si è proiettata verso i nostri domani. Accanto a un cursus honorum iridato e impareggiabile, il direttore milanese ne ha infatti sviluppato un secondo ugualmente importante, parallelo, composto di progetti arditi, fuori dagli schemi, fondati spesso sulle potenzialità dei giovani musicisti, tra le vette delle Alpi, le rotte aeree per Caracas, le vie dell'Europa, gli approdi a Ferrara, fino all'ultima tappa di Bologna. Mentre fioccano gli omaggi del mondo della musica, da ore si rincorrono sui social network e sulla rete testimonianze, ricordi e manifestazioni di affetto, a sottolineare la speciale autorità, umana e morale, prima ancora che artistica, riconosciuta unanimemente a Claudio Abbado.
Parte fondamentale di questo lascito vive oggi attraverso le orchestre che con Abbado hanno sviluppato e arricchito il loro percorso artistico, dispensando gioie e emozioni incommensurabili a pubblici vastissimi, dalla Scala di Milano ai Berliner Philharmoniker, dalla London Symphony Orchestra ai Wiener Philharmoniker. Accanto alle storiche stagioni scaligere ricordiamo la creazione del Festival Wien Modern nel 1988, le grandi tournée con i Berliner (anche italiane, fra cui la grandiosa riapertura del Teatro Massimo di Palermo) gli intrecci fra arte e letteratura delle stagioni musicali berlinesi, le incisioni rossiniane di Londra. Prima di tutto però il futuro e, oltre alla musica nuova (Nono, Manzoni, Sciarrino, Kurtag), i nuovi musicisti.
Così, aderendo all'orizzonte di un'Europa multiculturale e multietnica ancora tutta da realizzare, Abbado fonda nel 1978 l'Orchestra Giovanile della Comunità Europea (poi dell'Unione), la prima formazione, il lievito madre da cui poi si sarebbero sviluppate molte altre compagini, tutte avviate a una felice e fruttuosa vicenda artistica. Nel 1981 a Londra è la volta della Chamber Orchestra of Europe, con la quale realizza nel tempo una serie di importanti incisioni e entra nella storia dell'opera italiana con la celebre prima ripresa in tempi moderni del Viaggio a Reims di Rossini, nel 1984 al Rossini Opera Festival di Pesaro.
Nel frattempo il rapporto con il Teatro alla Scala, destinato a interrompersi dolorosamente, dà origine nel 1983 alla Filarmonica della Scala, che si è trasformata in una delle formazioni italiane più autorevoli, con una storia trentennale di successi, che il 30 ottobre 2012 ha ritrovato alla Scala il «suo» Claudio in un concerto emozionante.
Nel segno di Mahler, compositore cui Abbado ha dedicato amore e energie inesauribili, sono state create prima la Gustav Mahler Jugendorchester (1986) e poi la Mahler Chamber Orchestra, gioiello musicale fondato nel 1993 con i musicisti cresciuti nella compagine giovanile, con cui Abbado ha siglato pagine memorabili, nel repertorio classico come in quello contemporaneo, affidando poi l'orchestra al talento di Daniel Harding. Ecco allora gli anni di Ferrara e di Aix, del Falstaff e del Don Giovanni con Brook. Dopo il primo attacco della malattia, la rinascita quasi miracolosa e una nuova grandiosa sfida.
Nel 2003 viene rifondata l'Orchestra del Festival di Lucerna, il sogno di umanesimo e libertà di Toscanini. Un nuovo impulso internazionale viene dato da un'orchestra straordinaria composta dalle prime parti della Mahler Chamber Orchestra, da solisti internazionali e prime parti dei Wiener e dei Berliner. Un decennio esaltante con concerti memorabili e incisioni di rilievo assoluto, da Mahler passando per Beethoven, Wagner, Bruckner.
Lucerna diventa una metà ineludibile per gli appassionati della grande musica, fra cui si mescolano gli instancabili «abbadiani itineranti» che seguono il maestro ovunque. Prende corpo, nel frattempo, un progetto carico di risvolti extra musicale, di valore sociale e anche politico: l'incontro con il Sistema di José Antonio Abreu, i concerti a Caracas e a Cuba, l'impronta di un nuovo passo nella strada per costruire un futuro migliore e più libero attraverso la musica e il dialogo fra musicisti, regola aurea cui Abbado non ha mai derogato.
Fra gli altri frutti, l'approdo del Sistema in Italia e il lancio di due giovani direttori, Gustavo Dudamel e Diego Matheuz. L'ultimo impegno coincide con l'impresa più amata negli ultimi anni:l'Orchestra Mozart con cui Abbado ha rinnovato ancora una volta il miracoloso nitore e la leggerezza del suono, l'attenzione dei musicisti all'ascolto reciproco, tutte lezioni, queste, che restarenno incancellabili.
Tanti concerti accanto a amici celebri, anche un meraviglioso regalo per l'apertura del piccolo Auditorium di Piano allAquila. Il sogno dell'auditorium bolognese, invece, è rimasto sulla carta. Mentre Abbado si aggravava, l'orchestra Mozart, stretta da difficoltà economiche e da un'identità ancora troppo legata al gesto del suo fondatore, è stata costretta l'11 gennaio a sospendere le attività. La speranza è che anche questo germoglio del grande albero musicale coraggiosamente piantato da Abbado possa conoscere, in suo ricordo, l'età matura dei frutti.