CULTURA

Max e Felix, amici clandestini

EVER TEEN
DI GENOVA ARIANNA,

Loro non perdonano, spiano, pedinano, soprattutto controllano. Max è finito nella rete, è stato declassato a «studente marrone», ultimo degli ultimi, perché ha trasgredito agli ordini, ha cercato di sapere, ha frugato nel passato, si è permesso di vedere vecchi film d'amore e di frequentare Felix, anziano antiquario in odore di ribellione. Vive un inferno anche in casa, dove sua madre lo accusa di averla tradita nelle aspettative e si mostra ogni giorno più ostile. Poi, l'atmosfera cambia, non tutti hanno aderito al «regime», c'è chi sta cercando di fuggire alle maglie strete della censura e Max cominceràò a sentirsi unpo' meno solo. Il respiro si allarga. C'è qualcosa di cupamente orwelliano nel romanzo per young adult della scrittrice Yaël Hassan Il colore della libertà (Lapis, pp.146, euro 10, pubblicato con il supporto del Programma Cultura dell'Unione Europea), pluripremiata fin dal suo primo libro Un grand-père tombé du ciel . Parigina per nascita, adolescenza in Belgio e studi in Israele, l'autrice ambienta la sua storia in un non precisato luogo dove vige una dittatura che ha spazzato via anche solo il ricordo di una vita diversa. E l'esistenza più dura è a carico delle nuove generazioni. Sono loro a dover ingoiare solo un eterno presente di diffidenza e paura. Il totalitarismo che prende corpo nelle pagine di Hassan è universale, ha tratti riconoscibili in alcune realtà storiche e attraversa i cinque continenti; soprattutto, è qualcosa che s'infiltra nell'anima, corrompendo i giovani. Max Fischer tenta di resistere a modo suo. Prende le distanze. Nonostante sia angustiato dalle angherie che è costretto a subire a scuola, lui un tempo radioso alunno, oggi considerato solo per pulire le latrine, mantiene alta la sua coscienza. Morso da un incubo, vede accadere davanti a sé cose improponibili: l'arresto del suo «amico» Felix in quanto sovversivo, lo spavento perenne di sua madre Magda, l'assenza forzata di suo padre, anche lui in prigione, come scoprirà strada facendo. È sempre all'erta, vorrebbe lasciarsi andare e fidarsi di qualcuno, magari del suo professore, o meglio ancora della sua compagna Marilyn, così carina, con la quale non può fermarsi a parlare perché lei appartiene alla classe dei viola, i prediletti, gli eccellenti. A sorpresa, Marilyn non lo molla, lo cerca più volte, sfida il preside della scuola (che però è un personaggio con sorpresa finale in merito alla sua identità) e lo tira dentro la ribellione serpeggiante. Farà di più: condurrà a casa il padre Jo, permettendo a Max di risolvere molti enigmi in una manciata di ore. Le soluzioni dei rebus e dei misteri lo porteranno anche a guardare sua madre Magda con occhi diversi, liberandola dal rancore in cui l'aveva avviluppata. Resterà intatto, invece, il dolore per la scomparsa dell'amico Felix, brutalmente portato via durante una irruzione della polizia negli scantinati del suo locale.

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