ITALIA

Ammalati d'amianto, la pensione è bloccata

GENOVA · Indagine sui benefici Inps, ma pagano tanti incolpevoli
BONCHI KATIA,

pagina tragica come dimostrano i morti». Sì perché i numeri rilevati dal Renam , il registro nazionale dei mesoteliomi, parlano chiaro. In Liguria si presentano in media ogni anno 160-180 nuovi casi di malattie professionali da asbesto, la polvere d'amianto: «Siamo una regione che conta solo il 3% della popolazione lavorativa ma il 15% delle malattie professionali legate all'amianto di tutta la casistica nazionale», spiega Bruno Manganaro della Fiom Cgil. I dati a livello nazionale dicono che la Liguria è la terza regione dopo Piemonte e Lombardia per morti da amian«Se l'amianto non c'era la certificazione non ce la dovevano dare fin dall'inizio, siccome ce n'era dappertutto ce l'hanno dovuta dare, ma ora ce la tolgono: questo non è un Paese normale». «Nel mio reparto ci sono persone che sono morte e nessuno dice niente. Han tolto l'amianto a gente che ha lavorato in posti che non auguro a nessuno nemmeno di vedere». Sono arrabbiati e increduli i lavoratori di Ansaldo e Ilva che ieri mattina a Genova hanno manifestato contro la sospensione da parte dell'Inail delle certificazioni sulle esposizioni da amianto. Il «caso Genova» comincia nove anni fa, quando un'inchiesta della magistratura accerta la falsificazione di alcuni curriculum di lavoratori, da parte di un patronato privato, per accedere ai benefici pensionistici ai quali altrimenti non avrebbero avuto diritto. La legge riconosce infatti agli operai venuti a contatto con l'amianto una serie di benefici contributivi che consentono a chi ha lavorato in un reparto a contatto con l'amianto per almeno dieci anni, cinque anni di contributi in più. A partire da quell'inchiesta (che lo scorso anno ha portato alla condanna per truffa aggravata l'ex dirigente Inail Pietro Pastorino) sono finiti sul tavolo del sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà circa 1500 fascicoli che conterrebbero presunte false certificazioni. A essere indagati sarebbero dirigenti aziendali, patronati, dirigenti degli istituti previdenziali e lavoratori. L'Inail, dopo l'avvio dell'inchiesta, ha scelto la via dell'autotutela revocando molte delle certificazioni già assegnate (e indispensabili all'Inps per assegnare i benefici) e sospendendo centinaia di richieste. A oggi sono almeno 600 gli operai che sono costretti a continuare a lavorare a causa del blocco. «Il prefetto - spiega Antonio Perziano della segreteria Cgil - si è impegnato a convocare un tavolo con istituzioni, enti previdenziali e parlamentari per vedere di risolvere questa vicenda con un provvedimento normativo». E sull'inchiesta: «La giustizia deve fare il suo corso e chi ha sbagliato deve pagare, ma ora vogliamo restituire diritti e dignità ai lavoratori, che oggi si vedono indagati invece che tutelati, perché a Genova la vicenda amianto non è mai stata una grande truffa, è invece una to, distanziando di molto regioni molto più popolose come Emilia Romagna, Campania, Toscana e Lazio. Il mesotelioma ha una latenza di circa 30 anni ma non lascia scampo, con una sopravvivenza in media di 8 mesi dal momento della diagnosi. E il picco, dicono le statistiche visto il suo utilizzo massiccio in ambito industriale fino a vent'anni fa, arriverà intorno al 2020. A Genova i casi registrati tra il 1994 e il 2010 sono 1400. In Ansaldo i morti sono stati 135, in Ilva 107, in Stoppani 10. «Abbiamo individuato con certezza la provenienza di 250 morti, ora dobbiamo capire da dove arrivano tutti gli altri. Sicuramente ci sono tanti altri settori interessati, in particolare l'edilizia, gli impianti petroliferi, i trasporti marittimi, ultimamente sono venuti alla luce il caso dell'ex fonderia San Giorgio con 17 morti, e quello dell'ex Italimpianti, con 12». Nel frattempo però il registro nazionale per i mesoteliomi è a rischio: «Il registro in Liguria è a rischio - dice Cristina Balsano, Cisl - perché con la logica dei tagli sono state tolte le risorse minime e non a caso siamo fermi al 2010 per il monitoraggio. All'Inail chiediamo di trovare volontà e risorse per farlo funzionare». Se l'inchiesta sui benefici pensionistici procede a rilento anche perché i casi vanno analizzati uno a uno ed è impensabile ipotizzare un maxi processo, la domanda che questa mattina ricorreva tra i lavoratori era: «Ma sui morti non indaga nessuno?». La Procura, interpellata, preferisce non rispondere nel giorno della protesta dei lavoratori, ma da indiscrezioni trapela che i fascicoli ci sarebbero e non sarebbero pochi. Anche in questo caso non si tratterà di un maxi processo ma di capire, caso per caso, analizzandone molti, perché a Genova di amianto si muore più che altrove.

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