CULTURA

In fondo al mare con le calze bucate

EVER TEEN
DI GENOVA ARIANNA,

Addentrarsi negli abissi marini non significa necessariamente entrare in un mondo thriller, perdersi nei propri incubi. Può anche essere una esperienza gioiosa, coloratissima, che riesce ad evitare perfino l'apnea e il conseguente debito di ossigeno associato alle profondità oscure. Per avvicinarsi agli oceani insieme ai figli da una prospettiva diversa, però, servono alcuni calzini a righe, dei cappellini giallognoli, una scorta di bottoni, qualche cuscino e una certa propensione a saper unire diversi materiali, se non con la fantasia, almeno con l'ago e il filo (e le forbici). Morbido mare, morbido giocare (Bacchilega edizioni, in collaborazione con la Cooperativa sociale Il Mosaico, euro 12) è un delizioso libriccino pensato per i più piccoli e, come ci suggerisce il nome della collana, «Viceversa», ha un secondo destinario: i genitori. È un albo senz'altro da leggere - ha al suo interno storielle in rima semplicissime su abitanti del mare - e poi da «provare», con gli strumenti descritti. Sì perché le due autrici per i testi Elisa Mazzoli e per le illustrazioni Silvia Bonanni, hanno creato una doppia esistenza per i personaggi acquatici: una narrativa in versi («Ecco Bibolle, è un cavalluccio / ha il corpo molle/ vuole il mio ciuccio / ho più bisogno io di ciucciare / se faccio un sogno / in fondo al mare») e una seconda reincarnazione «laboratoriale». Il pinguino Ignazio che cerca spazio nel lettino del marmocchio che sta per addormentarsi può davvero esistere: basta farlo nascere con un po' di pazienza con un guanto spaiato arancione, due forchette di plastica, bottoni bianchi e neri, due calzettoni (spaiati anch'essi) e due toppe nere. Se si ha tempo, nelle giornate uggiose, si può far passeggiare sul tavolino pure il gabbiano Elia, dopo averlo debitamente modellato. Le «creature» messe al mondo da Silvia Bonanni hanno una pre-vita informale, quindi, in quel caotico limbo che sono i nostri cassetti di casa. Lei sa come tirarli fuori dall'impasse («guanti, opportunamente scelti, possono diventare le chele di Scampo Archimede»). L'illustratrice, nata a Milano, con molti premi al suo attivo conferiti ai suoi albi per l'infanzia, da dieci anni è impegnata anche sul versante dell'educazione all'immagine e conduce, con particolare attenzione ai temi del riciclo e del consumo consapevole, laboratori espressivi in scuole, musei e biblioteche. Elisa Mazzoli è autrice di un altro volumetto per Bacchilega editore: si chiama Noi e racconta la storia prima di una diffidenza e poi di un'amicizia speciale. Occhione è un bambino non proprio come tutti, gioca sempre da solo e ai suoi compagni «fa schifo»: sbava dall'occhio non buono, scava sempre, pensano tutti che si nutra di vermi e sotterri le caccole. Invece conosce tutti i nomi delle stelle, ha per compagne le lumache e conchiglie e piume sono il suo tesoro, la prova che la natura parla la sua stessa lingua.

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