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«Acqua privata, atto dovuto»

Posta&risposta
REFRIGERI FABIO, PALLADINO ANDREA,

Cara direzione, in relazione all'articolo scritto da Andrea Palladino, intitolato «Privatizzate o vi commissario», pubblicato sul suo quotidiano il 24 ottobre scorso, le pongo all'attenzione una rettifica: non esiste documento di questa Amministrazione in cui alcun membro della Giunta del Lazio, a partire dal presidente Nicola Zingaretti, abbia scritto ad uno o più sindaci la frase «Privatizzate o vi commissario».
In questo caso, l'azione della Regione Lazio è frutto di una sentenza del Tar, scaturita dalla denuncia di un'associazione di cittadini, riguardante il comune di Civitavecchia. Quindi, la nomina di un commissario ad acta «per il trasferimento del servizio idrico integrato dal comune al gestore dell'Ato», è un atto divenuto obbligatorio proprio a causa della sentenza. Nessuna sottigliezza. Un dato di fatto.
Senza alcun protagonismo, ricordo che - ad appena 40 giorni dalla mia nomina ad Assessore - in un'intervista rilasciata a Giovanna Corsetti, per Reportime, ho dichiarato di voler trattare senza indugi le problematiche di interferenza d'ambito. Quindi, al di là delle vicende Acea, ricordo che «acqua bene comune/gestione» è questione complessa, estesa sull'intero territorio del Lazio, ben oltre i confini del sistema idrico integrato Ato2, e non ha alcun senso impostarla come una battaglia contro qualcosa o qualcuno. Abbiamo Comuni che non hanno conferito in Ato1, come in Ato3. Da quando l'attuale Giunta si è insediata, quindi, il tema dell'acqua pubblica è stato posto tra le priorità dell'azione legislativa e amministrativa.
Come riportato nell'articolo di Palladino - in questo caso, correttamente - abbiamo scelto di impiegare i mesi del 2013 all'estensione di una proposta di legge che tenga conto dell'evoluzione normativa che si è verificata sino ad oggi, a partire dall'esito del quesito referendario fino ai più recenti pronunciamenti scaturiti dai tribunali amministrativi, radicandola sul coinvolgimento e la condivisione dei tanti interlocutori dell'intera filiera dell'acqua, dall'utilizzo della risorsa idrica integrata fino ai sistemi di depurazione. Negli interessi della cittadinanza, siamo chiamati a individuare soluzioni. Non altro.
Fabio Refrigeri - Assessore alle Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente - Regione Lazio

Nell’intervista l’assessore Refrigeri ha confermato quanto contenuto in una comunicazione della Regione Lazio al Consiglio delle Autonomie, in merito all’intenzione di nominare commissari ad acta per comuni che non vogliono cedere la gestione ad Acea: «Questi commissariamenti non devono essere visti come un atteggiamento penalizzante – ha dichiarato testualmente a il manifesto Refrigeri, non smentendo, quindi, l’intenzione di inviare dei commissari ad acta – ma solo atti prima di agire in maniera più ampia».
Confermando, quindi, quanto riportato nell’articolo e nella titolazione. Per quanto riguarda il concetto di «privatizzazione» occorre ricordare che Acea Spa è a tutti gli effetti una società privata, quotata in borsa e diretta da un amministratore delegato scelto dal socio privato. Com’è noto i soci pubblici possono incidere ben poco nelle strategie aziendali. Per quanto riguarda il supposto obbligo di legge richiamato dall’assessore, occorre ricordare che la convenzione di gestione adottata da Acea non è conforme a quanto stabilito dalla legge regionale.
In una situazione simile nella provincia di Latina – che riguardava i comuni di Aprilia, Cori e Amaseno – l’allora governatore Piero Marrazzo si rifiutò di nominare il commissario proprio per questo vulnus. Secondo diverse sentenze ormai passate in giudicato – e secondo la stessa Costituzione – la gestione dell’acqua rientra nei pieni poteri dei comuni. La citata sentenza del Tar che accoglieva un’istanza di Codici (associazione che ha chiesto esplicitamente l’affidamento ad Acea del servizio idrico integrato) si riferiva al solo comune di Civitavecchia (registro generale 6703 del 2011) e non ad Anguillara Sabazia. Appare poi curioso decidere di inviare dei commissari ad acta con il mandato di sottrarre il controllo dell’acqua ai sindaci, mentre si dichiara di essere per una gestione pubblica dei beni comuni.
Andrea Palladino

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