VISIONI

Alta tensione, canzoni dal tocco molto jazz

INTERVISTA - Gli inizi a Milano con Kramer
RANALDI MARCO,

A seguire alcuni stralci di un'intervista a Gianni Ferrio concessa a Marco Ranaldi, e pubblicata sulle pagine di Alias dell'8 settembre 2007

Lei come molti suoi colleghi ha legato i suoi inizi a Gorni Kramer del quale è stato amico e collaboratore per lungo tempo
Ci siamo conosciuti a Milano alla fine degli anni Cinquanta quando lavoravo con Teddy Reno alla Cgd e Kramer aveva in Galleria gli uffici delle sue edizioni. Poi mi sono trasferitoa Roma e ci incontravamo quando scendeva per dirigere Il musichiere prima e poi per le commedie musicali di Garinei e Giovannini. Ai tempi del «Musichiere» mi ricordo che lui scendeva a Roma per dirigere mentre io preparavo gli arrangiamenti di tutte le canzoni, partecipavo a tutte le riunioni mentre Kramer arrivava il venerdì, provava con l'orchestra e poi andava in onda. A un certo punto smise e l'ultimo anno, il 1960 feci tutto io fino alla morte di Mario Riva.

In effetti però lei già aveva iniziato a lavorare alla Cgd di Milano
Fui chiamato da Teddy Reno, come arrangiatore soprattutto, e all'epoca c'erano anche Jula De Palma e Lelio Luttazzi il quale mi accolse con grande affetto e disponibilità, dividendo molti lavori. Poi lui si trasferì a Roma e io rimasi a Milano. In effetti dopo poco arrivai pure io a Roma per lavorare con Kramer alle commedie musicali (...), qui conobbi la mia futura moglie Alba Arnova. Lei veniva da Buenos Aires dove era prima ballerina del Còlon e prima di dedicarsi al teatro leggero aveva ballato solo musica classica, da Strawinskij a Ciaikovskij.

Lei è stato una delle colonne portanti del varietà televisivo che all'epoca si faceva con grandi mezzi; in particolare quale era il suo ruolo?
Ho lavorato molto per i varietà televisivi di Antonello Falqui dove c'era una vera e propria squadra di professionisti che si prodigava per la riuscita degli spettacoli. Ho avuto la fortuna di fare musica con Mina in particolare; facevamo delle riunioni, poi avevo il compito di parlare con il coreografo per i balletti, perché all'epoca facevamo tutto noi, registravamo dal vivo senza usare cose preregistrate. Parlavo con Mina, con Milva, con Johnny Dorelli al quale mi legava una vecchia amicizia. Lo conobbi ai tempi della Cgd quando si presentò, a 18 anni, con il papà, il famoso Giovanni D'Aurelio (al secolo Nino Guidi, ndr) per farsi sentire; mi piaceva come metteva le mani sul pianoforte ma ancora di più come cantava e allora dissi a Teddy di prenderlo nella nostra scuderia: era già bravo allora come lo è oggi, con una grande presenza sul palcoscenico (....). Ricordo inoltre che nel 1957, prima dei grandi varietà con Falqui e Teddy Reno feci Confidenze musicali, andavamo in onda in diretta il lunedì sera e proprio allora scrissi e lanciai Piccolissima serenata, che per mia fortuna divenne un successo, tant'è che ho registrazioni eseguite in tantissime lingue.

Lei nel tempo ha conosciuto grandi successi come autore di canzoni proprio partendo da «Piccolissima serenata».
Ho scritto tanto e devo dire che diverse canzoni sono andate bene, come Parole parole e Non gioco più cantate da Mina. In verità non amo fare canzoni, anche perché vengo da studi classici, dal conservatorio dove ho studiato violino e pianoforte per poter affrontare l'armonia e la composizione. E poi, pur non essendo un jazzista, amavo molto la musica afroamericana e le canzoni che ne derivavano, quelle per intenderci alla Frank Sinatra, alla Mel Tormé, alla Natalino Otto, alla Rabagliati. In realtà venivo dalla medicina, avendo fatto 5 anni d'università, poi conobbi Lelio e la De Palma che mi stimolarono a fare della musica la mia professione.

Torniamo al «Musichiere»: ci racconta come si svolgeva la trasmissione, dato che ci rimangono veramente poche testimonianze per la passata incuria degli archivisti Rai?
Era una trasmissione molto divertente, lavoravamo con un elenco di canzoni alle quali avevamo dato un numero e con Garinei facevamo per telefono la scaletta delle canzoni da indovinare, in codice e ovviamente senza dirci i titoli! (...) Partecipavano ospiti illustri come Gary Cooper, Fernandel, Totò. Ho fatto anche La prova del nove, trenta puntate con la Valente: lei era bravissima e ci avvalevamo di un coreografo americano stupendo

Lei ha scritto migliaia di arrangiamenti, canzoni, ma ha anche composto tanta musica da film.
Vero, e non posso dimenticare quelle fatte con Ermanno Olmi: I recuperanti e I fidanzati, era il 1962.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it