VISIONI

Sulle strade dell'Argentina per ritrovare il sapore della vita

On the road/ CAMÉRA D'OR A CANNES PER PABLO GIORGELLI
SILVESTRI SILVANA,

LAS ACACIAS DI PABLO GIORGELLI, CON GERMAN DE SILVA E HEBE DUARTE, ARGENTINA/SPAGNA 2011

Inaspettata storia del risveglio di sentimenti per le strade della pampa percorsa dai camion che trasportano tronchi (le acacie del titolo), un film talmente minimalista che ha bisogno di essere reinventato anche dallo spettatore. Dal Paraguay Rubén che ha fatto il carico al suo camion dà un passaggio a Jacinta fino a Buenos Aires. Cosa succede durante tutto il viaggio? Apparentemente niente, ovvero niente di quello che accadrebbe in un film nordamericano. Nessun agguato, nessuna fuga, nessuna aggressione, né sbandamenti.
Il silenzio è padrone assoluto della scena nello splendido scenario che si intravede dai finestrini, interrotto solo da piccole trasformazioni di carattere, che diventano vere e proprie deflagrazioni: ermeticamente chiuso Rubén, cupo, diffidente, con un passato forse oscuro che si immagina, forse drammatico (e in una scena si svela). Severo ma onesto, chiuso ma non privo di tenerezza nei confronti di cani e bambini, come la piccola Anahì di soli cinque mesi, la figlia senza padre che Jacinta porta con sé nel viaggio verso al capitale dove la cugina le ha promesso di trovarle un lavoro. Anche lei riservata, gentile. Compare tutta la gamma delle traformazioni di una conoscenza che procede pur con pochissime parole o gesti nel corso del lungo viaggio con l'effetto di azioni clamorose. Intanto c'è la ricognizione del paesaggio, non la Patagonia del sud dove hanno cominciato a spingersi i cineasti argentini, lasciandosi alle spalle gli intrecci cittadini, le storie dei trentenni metropolitani, ma quel territorio sempre messo tra parentesi, dove apparentemente non c'è nulla se non la storia degli indios sterminati e per questo dimenticati (Jacinta è una guaranì, insegnerà a Ruben anche qualche parola che lo farà sorridere), la terra concessa anche agli emigrati italiani ma in così scarsa porzione da non permettere loro la sopravvivenza. La povera guaranì destinata a fare la cameriera (un altro ruolo invisibile) e il rude camionista sono personaggi inconsueti nel panorama del cinema argentino, non certo sofisticati come i poeti o i vecchi montoneros militanti o le studentesse dei film contemporanei. La ricognizione del territorio prosegue parallelamente a quella dell'incontro con questi personaggi che si rivelano via via carichi di un'umanità struggente.
Il film era alla Semaine de la Critique a Cannes, dove ha vinto la Caméra d'or (e una quantità di altri premi internazionali), esordio di Pablo Giorgelli che era stato il montatore di Moebius, di Gustavo Mosquera (1996), dove un treno della metropolitana si perdeva nel nulla (e poco dopo nasceva la nuova onda) e di Solo por hoy di Ariel Rotter, che è tra i produttori del film.

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