Il Festival Internazionale di Fotografia, giunto alla sua XII edizione, quest'anno lancia una sfida che, solo in apparenza, sembra impossibile, quasi un salto (concettuale) acrobatico. Fotografare la sospensione, il vuoto, l'assenza, l'invisibile, l'interstizio fra le cose, le architetture, i paesaggi.
Si intitola Vacatio, infatti, la rassegna che si è appena aperta al Macro (diretta da Marco Delogu, sarà visitabile fino all'8 dicembre) e, nel suo mosaico di immagini che chiama a raccolta, è una elegia che «canta» la solitudine umana, la malinconia del mondo disabitato o del passato che non torna più. E, per farlo, per la prima volta nella sua storia più che decennale, si affida al crowdfunding, chiedendo al suo pubblico di sostenere le iniziative di questa manifestazione così radicata nel territorio romano.
«Lavorando sull'assenza - spiega il curatore Delogu - spostiamo il tutto verso una serie di autotestimonianze, dove si rielabora il soggetto esterno completandolo con visioni interiori, proiezioni... Ma sino a quanto possiamo 'togliere'? Il novecento ha proposto esperienze di grande rottura nelle arti visive e nella musica (i monocromi, i tagli o il silenzio di Cage). Ora, in epoca di vacatio, la fotografia riesce con il suo carattere individuale a tornare a una sua essenza: cosa rimane e come rappresentare veramente i paesaggi interiori e tramutarli in forti esperienze visive?».
Così, nelle sale del museo di via Nizza, espongono Patrick Faigenbaum, Fleur van Dodewaard, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, due grandi fotografi italiani come Paolo Pellegrin e Guido Guidi (quest'ultimo con A New Map of Italy). Fra gli omaggi, quello a Gigi Giannuzzi e alla sua casa editrice Trolley Books, mentre a Tim Davis è stata affidata la IX edizione della Commissione Roma (che entreranno a far parte della collezione permanente del museo.
Intorno al festival girano circa cento mostre, workshop, concorsi, letture e incontri: l'ex Gil, spazio messo a disposizione dalla Regione Lazio, ospita due rassegne interne al circuito, Stefano Cioffi con Il fantasma della realtà (a cura di Maurizio G. De Bonis) e la collettiva Linee d'ombra. Villa Medici «collabora» con una personale di Patrick Faigenbaum (vincitore del premio Cartier-Bresson) e la Real Academia de España «appoggia» il festival, presentando la sua mostra 50x60 Polaroid gigante.