Forse i collezionisti di cartoline non esistono più, ma una cosa è certa: la cartolina gode di ottima salute, e continua ad essere il simbolo indiscusso della vacanza. Mandare una cartolina vale più del souvenir o delle foto che documentano, minuto dopo minuto, il viaggio appena fatto. A riprova di quanto sia tuttora diffusa l'usanza di comprare un rettangolo di cartoncino colorato, sedersi al tavolo di un bar e qui riempire lo spazio bianco con dediche varie, basta fare un giro nel centro delle nostre grandi città. Italiani e stranieri, penna in mano davanti a un caffè o a una bibita dissetante, girano e rigirano le cartoline in cerca di ispirazione, scrivono, rileggono, sorridono soddisfatti del parto letterario.
Se sono in gruppo, si interrogano, discutono, piombano in un profondo silenzio meditativo, e poi, raggiunto l'accordo, affidano al calligrafo di turno il compito di mettere in bella il messaggio. Un buon compilatore di cartoline, sia esso uomo o donna, mai si sognerebbe di liquidare la pratica con un semplice e sbrigativo «Saluti da». Magari, con una punta di ironia a rischio però di non venir compresa, potrebbe riproporre l'aulico «A Roma (Firenze, Venezia, Gallipoli) andai, a te pensai, questa cartolina ti mandai». Un buon compilatore di cartoline ama, invece, dimostrarsi spiritoso, salace, mordace, brillante; ricorre volentieri a più o meno garbati doppi sensi, allude, insinua, punzecchia. Se è di animo romantico, incline allo spleen, malinconico sempre e comunque, passerà ore e ore a cercare la frase, l'aforisma, la solitaria parola dentro se stesso, nelle memorie poetiche della scuola, nelle letture passate o recenti.
Lo riconoscerete dallo sguardo vacuo anche quando è circondato da un plotone di turisti giapponesi o di teenager urlanti. Una terza categoria di buon compilatore è quella cui appartengono coloro che, uomini nella stragrande maggioranza, battono a tappeto tabaccherie e negozi in cerca di soggetti piccanti. Appartiene alla storia dell'iconografia di settore la cartolina «Bologna, la città delle tre T», su cui un'agile mano d'artista ha riprodotto le torri della Garisenda e degli Asinelli, un piatto di tortellini e una signorina dal petto generoso. Variante balneare, «Saluti e tra... monti», dove i monti sono quelli anatomici di una bagnante distesa sulla spiaggia. E come non citare la serie dedicata al dettaglio delle parti intime di capolavori quali il David di Michelangelo? Facile azzardare che il testo redatto dal buon compilatore sia in armonia con le sue scelte. Citazione finale e a parte merita il buon compilatore della cartolina destinata al bar sottocasa. Che parta dal Borneo o da Borgio Verezzi, mandarla è un preciso dovere. Al ritorno, il buon compilatore la troverà appesa insieme a tante altre sulla parete della macchina del caffè. Spunto ideale per le chiacchiere di fine estate, prima che tutto ricominci e agosto diventi un'attesa lunga dodici mesi.
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