VISIONI

Il percorso virtuoso parte da un elettrizzante Nabucco

LIRICA - L'Opera di Roma in trasferta a fine agosto al Festival di Salisburgo
PENNA ANDREA,ROMA

Riempire i teatri romani nel mese di luglio è sempre un'impresa, ma la presenza di Riccardo Muti ha convinto il pubblico, fra cui tanti stranieri, ad affollare le quattro recite di Nabucco presentate all'Opera, mentre alle Terme di Caracalla prosegue la stagione estiva. Clima elettrizzante, con tanto di bis del coro Va pensiero per l'ultima recita, con i cantanti travolti da fiori e applausi, raddoppiati poi, con tanto di pubblico in piedi, per il direttore d'orchestra. La lettura di Muti del Nabucco si innesta su un percorso pluridecennale, intimamente approfondito e segnato da una salda continuità di linea; tuttavia rispetto alle recite di due anni fa sono apparsi in maggior risalto i rimandi belcantistici, con una ricca paletta di sfumature, e un colore più spiccatamente «lirico», motivato forse dal cambiamento di cast, e dall'intesa con i due nuovi protagonisti, il Nabucco di Luca Salsi, voce sicura e morbida, sempre attento a ogni gesto del direttore, e Tatiana Serjan, un'Abigaille certo proterva e scolpita, ma attenta però i colori e ai tratti più dolenti di una parte che non si esaurisce nelle pur necessarie saette vocali d'ordinanza.
Assai ben centrate anche le prestazioni di Riccardo Zanellato (Zaccaria) , Anna Malavasi (Fenena), di un acclamato Francesco Meli (Ismaele di lusso), di Luca dall'Amico ( Gran Sacerdote) e di Saverio Fiore (Abdallo). Soddisfacente nel complesso la prova dell'orchestra e molto felice quella del coro, preparato da Roberto Gabbiani. Le recite romane servono del resto anche da preludio alla tournée che porterà per la prima volta i complessi dell'Opera di Roma al Festival di Salisburgo, alla fine di agosto, con una versione concertante dello stesso Nabucco , diretta da Muti, uno dei direttori più amati dal pubblico salisburghese.
«Per il teatro è una sorta di esame di laurea - dichiara il sovrintendente Catello De Martino - una conferma del livello artistico raggiunto in questi ultimi anni soprattutto grazie alla presenza di Riccardo Muti, con progressi significativi in termini qualitativi, confortati anche da una ottima risposta del pubblico. Vorremmo davvero che si trattasse di un passo iniziale per un cammino di internazionalizzazione del nostro teatro». «L'assoluta necessità di mantenere il livello raggiunto - continua de Martino - resta una preoccupazione costante, perché i sacrifici per ottenere esiti artistici significativi possono essere rapidamente vanificati se non si mantengono le posizioni con continuità. Questo è un frangente in cui le fondazioni lirico-sinfoniche vivono una crisi di identità, con forti trasformazioni sociali e culturali che si incrociano a problematiche stringenti, quotidiane, di carattere economico, con continui tagli di bilancio. Oltre alle necessarie lamentele, che noi sovrintendenti facciamo perfino fatica a dover ripetere, abbiamo tutti affrontato la situazione in modo pragmatico, consci che il tempo degli sprechi nei teatri lirici è davvero finito: a Roma la nostra attenzione si è infatti estesa dalla cura gestionale alla modernizzazione dei processi produttivi fino a scelte di contrattualizzazione artistica di lungo termine». Nel confronto con la nuova amministrazione il sovrintendente auspica per questo «che il patrimonio che il teatro ha costruito fino a oggi non venga disperso, non soltanto in relazione alla qualità artistica ma anche in termini di produzione e di indotto, che con l'aumento di pubblico è sensibilmente cresciuto, con dati significativi di ristoranti e alberghi.».
Se Alemanno era stato rapito e diretto nell'applicazione dello «spoil system» sui vertici dell'Opera, al momento il confronto con la nuova amministrazione parrebbe ancora aperto: «Il sindaco Marino, che come si sa è il presidente del cda - continua il sovrintendente- ha partecipato alla prima del Nabucco e mi è sembrato soddisfatto dell'accoglienza e della qualità che ha potuto verificare in teatro. La vicinanza con i palazzi del potere, che a Roma sono numerosi, può aver costituito a volte un problema ingombrante, tuttavia è anche l'occasione perché la politica si accorga e si interessi attivamente alle problematiche e alle possibilità che il teatro lirico offre. Credo che anche con questo sindaco si possa continuare il percorso 'virtuoso' che abbiamo iniziato». Probabilmente si dovrà attendere settembre per scoprire quali sono le intenzioni dell'amministrazione romana sull'Opera. Gli esami, diceva qualcuno, non finiscono mai.

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