Alvares Nunes Cabeça de Vaca (Testa di mucca) arrivò per primo al loro cospetto nel 1542. E nei suoi diari di viaggio annotò emozionato «Mai altro luogo al mondo avrebbe potuto paragonarsi a queste cascate, neppure alla luce di altre future scoperte». Eleanor Roosevelt, moglie del presidente americano Franklin Delano, quattro secoli dopo, fu talmente incantata dallo spettacolo che le si offrì agli occhi, da esclamare «Povere Niagara, al confronto sembrano un rubinetto che perde». Le cascate in questione sono quelle di Foz d'Iguaçu, al confine tra Argentina e Brasile. I due Paesi non si amano troppo, ma condividono l'orgoglio di possedere una bellezza naturale che tradotta in cifre vanta duecento fronti in corsa lungo il fiume Iguaçu per due chilometri, altezza media cento metri, con il record della Garganta do Diabo (Gola del Diavolo), profonda 150 metri e lunga settecento. Divennero Parco Nazionale, dalla parte brasiliana, nel 1916, quando l'eroe nazionale Santos Dumont decretò «Questa meraviglia non può essere dominio del singolo. Deve divenire luogo di pubblica ammirazione». Iguaçu è solo un esempio, per quanto insigne, del fascino davvero unico che una cascata esercita. Sia essa nascosta dentro il verde di una foresta tropicale, al centro di una baia, nel mezzo di una radura, ai lati di un sentiero. Sia essa creatura di luoghi lontanissimi o della nostra Italia. Le cascate, poi, sono un dono del pianeta che in casi tutt'altro che sporadici l'uomo ha saputo sfruttare per produrre anche energia idroelettrica. Restiamo dalle parti delle Americhe, ed entriamo nel Guinness dei primati. Alla voce 'cascate', la più alta del mondo fu scoperta nel 1933 dal pilota di aviazione Jimmy Angel, durante un volo di ricognizione, e ne porta, come è giusto, il nome, Salto Angel. Precipita per 979 metri, nel Parco Nazionale di Canaima, stato di Bolivar, terra venezuelana. Non ha dimensioni ciclopiche, ma i vapori del Salto annaffiano abbondantemente i gommoni dei turisti. Esperienza da provare è arrivarci a ridosso con uno dei piccoli aerei biposto che la sfiorano, sfidando gli spostamenti d'aria. Si fa rispettare la cascata di Waihilau, isole Hawaii, quasi ottocento metri, nella Valle di Walmanu che ricorda paesaggi da Shan Gri La. Le acque verticali delle Niagara, con i loro 2800 metri cubi liquidi prodotti ogni secondo, furono richiamo irresistibile per la costruzione di una centrale idroelettrica, inaugurata nell'autunno del 1879. La Repubblica Dominicana, meglio conosciuta dalle agenzie di viaggio come Santo Domingo, si fregia della cascata di El Limón, nella splendida penisola di Samaná, a dieci chilometri dalla località di El Portillo. Diciamo che somiglia a un'enorme e freschissima doccia, da consumare, con le necessarie cautele, in un contesto di assoluta quiete e piacevolezza. Un balzo chilometrico e continentale porta all'Africa. Mosi-oa-Tunya, 'Fumo che tuona' è il nome che i nativi del luogo assegnarono alle cascate Vittoria, sul filo del confine che separa Zambia e Zimbawie. Ad occidentalizzarne il nome fu David Livingstone, in onore della sua britannica regina. Il fiume Zambesi inghiotte flutti che scendono da 108 metri con gran fragore. Cina, India, Thailandia e Vietnam sono i Paesi asiatici dove acqua e roccia si baciano da sempre. Lo fanno, sprigionando una perenne nebbia evanescente che arriva alle risaie, i dieci fronti delle cascate Datlan, cinesi per l'appartenenza alla provincia sud-occidentale del Guangxi, ma a un passo soltanto dalla terra vietnamita. Occorre sfidare l'umidità della nostra estate, perché è in quel periodo che le Datlan, larghe duecento metri e alte in media settanta, danno spettacolo nella scenografia dei monti imprigionati dalla vegetazione. Indimenticabile. Chi di voi non ha visto, per ragioni anagrafiche o distrazione, il film Il ponte sul fiume Kway (1957, regia di David Lean), corra ai ripari e lo affitti in dvd. Avrà così la possibilità di rivivere un momento bellico ma epico, e di pensare a un viaggio in direzione delle cascate di Erawan, nel Parco naturale di Khanchanaburi, a ovest di Bangkok: paradiso verde che si estende su 550 chilometri quadri. Le sette cascate si raggiungono a piedi, accompagnati dal berciare delle scimmie, dai versi dei volatili e dai fruscii della foresta, incontrando on the road piccoli villaggi. Non è una passeggiata, occorre organizzarsi, ma ne vale assolutamente la pena. Con i loro 829 metri di altezza, le cascate Jog, sul fiume Sharavati, India, meritano grande rispetto. Anche in questo caso, complice dello stupore è il contesto quasi onirico di una natura che noi metropolitani stentiamo a credere possa esistere ancora. Qui da noi, nella vecchia Europa, la norvegese Mardalsfossen non teme rivali quanto a produzione di energia. La sua potenza idrica fornisce elettricità a tutto il Paese. La possibilità di tributarle omaggio è ristretta al periodo tra giugno e agosto, quando viene attivata dai tecnici. Un'ora di cammino porta fin lì, e ne vale la pena. Di solito assai compassati, gli svizzeri si entusiasmano al cospetto delle cascate di Reichenbach, nell'Oberland Bernese, che si buttano da 250 metri. Una citazione per gli amanti della letteratura gialla: alle Reichenbach, Arthur Conan Doyle ambienta la morte del perfido nemico di Sherlock Holmes, il Professor Moriatry, facendolo precipitare tra i flutti. L'episodio avviene nelle pagine del racconto Problema finale , 1891. L'Italia, adesso, cominciando dalle Marmore (provincia di Terni) che, non tutti lo sanno, sono in realtà cascate artificiali. I tre salti, 165 metri di altezza, vennero creati per volere del console romano Manlio Curio Dentato, correva l'anno 271 a.C., con l'intento di bonificare la pianura reatina. Dagli inizi del Novecento producono energia idroelettrica utilizzata dalla centrale di Galleto, che sovente le "spegne" durante i giorni feriali. Qualora meditaste una visita, informatevi su giorni e orari utili a godersi le Marmore spumeggianti. Il nostro Salto Angel si trova in Piemonte, ed è una delle molte bellezze della cuneese Val Maira. Dopo aver oltrepassato Saretto e Chiappera, frazioni del comune di Acceglio, ecco le cascate dello Stroppia: cinquecento metri di caduta. Nel Bergamasco, le cascate del Serio (salto di 315 metri), da naturali sono divenute artificiali con la costruzione, negli anni '30 del secolo passato, della diga del Barbellino. I rubinetti, per così dire, vengono aperti sporadicamente. L'Emilia si fregia delle cascate appenniniche del torrente Dardagna, anch'esse spezzate in tre salti che, insieme, raggiungono i duecento metri. Pupi Avati ambientò da queste parti alcune sequenza del suo film Una gita scolastica (1984). Una vostra eventuale gita, tutta in mezzo ai boschi, si snoderà lungo il sentiero che parte da Madonna dell'Acero, a una decina di chilometri da Lizzano in Belvedere. La Cascata Grande, Isola del Liri, Lazio, provincia di Frosinone, al di là delle cifre, larghezza 10 metri altezza 27, va citata per una particolarità: quella di esibire la sua imponenza nel cuore del centro storico della cittadina. Meta calabrese assai apprezzata dagli escursionisti è il Parco Nazionale dell'Aspromonte, con la cascata di Salino, due salti, settanta metri, chiusa tra gole di roccia ferrosa. Refrigerio al caldo estivo della Sardegna viene da tre salti in particolare: Piscina Irgas, 45 metri, nel massiccio del Monte Linas; Spistiddatroxiu, nome di difficile pronuncia, che tradotto significa 'posto dove ci si rompe l'osso del collo', trenta metri nel territorio del Monte Arcosu; Lequarci, a Santa Barbara, località del comune di Ulassai, doppio salto di una cinquantina di metri e poi di altri 75, che si dissolve nello specchio di alcuni laghetti. «L'errante sta camminando nei dintorni, ascoltando la musica dell'acqua. Improvvisamente, una grotta dietro una cascata - cattura la sua attenzione. Studia le rocce, consumate dal tempo, e guarda attentamente le amabili forme create pazientemente dalla natura. E trova un verso di Rabindranath Tagore scritto su una placca: "Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l'acqua con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono." Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire». Parole dello scrittore e poeta Paulo Coelho.