EUROPA

Il Fmi: per Madrid altri cinque anni per uscire dal tunnel

Spagna/ E IL PREMIER MARIANO RAJOY MINIMIZZA
GROSSO GIUSEPPE,MADRID

La luce in fondo al tunnel non si vede ancora. La Spagna dovrà aspettare almeno altri cinque anni per divincolarsi dal giogo della crisi, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale (Fmi) rese note martedì scorso a Washington.
Un lustro di lacrime e sacrifici che si andrà a sommare ai 5 anni di crisi già trascorsi (la bonanza zapaterista è un ricordo dal 2008) e che sta già facendo parlare gli economisti di «decennio perduto». L'Fmi ha rivisto al rialzo tutti i parametri della recessione, e ha fissato i primi cenni di miglioramento per il 2018. Ben più in là del 2014, indicato in più occasioni dal governo del Partido popular come l'anno della ripresa. Nel desolante panorama delineato a Washington il dato più allarmante riguarda la piaga ormai endemica della disoccupazione.
Gli esperti dell'Fmi hanno ritoccato il pronostico per l'anno in corso portandolo dal 25,1 al 27%. Quasi superfluo specificare che il dato vale alla Spagna la maglia nera d'Europa e costituisce per il paese il più grande ostacolo - insieme alla difficoltà d'accesso al credito - sulla via della ripresa economica. Un quasi impercettibile miglioramento (0,5 punti), si avrà nel 2014, mentre per il 2018, il tasso di disoccupazione stimato non scenderà al di sotto di un poco confortante 23%.
Allarme rosso anche alla voce «debito pubblico», che dall'attuale 91,8% del Pil arriverà al 110,6% tra cinque anni.
Altre pessime notizie per la quarta economia dell'eurozona (che, comunque, pare aver scongiurato il fantasma del salvataggio) arrivano dalle previsioni sul deficit: Madrid - con un eccesso d'ottimismo prontamente bacchettato dal Fondo monetario - aveva fissato il traguardo per l'anno prossimo intorno al 3%. L'Fmi ha più che raddoppiato la stima del governo portandola addirittura al 6,9%, specificando che fino alla fatidica data del 2018 non si scenderà al di sotto del 5,5%.
In generale la recessione iberica ha fatto registrare quest'anno una caduta dell'economia dell'1,6%, a fronte della stima del governo ferma ad uno spregiudicato 0,5%. Anche in questo caso il 2014, porterà un po' di sollievo. Forse. E comunque - per ammissione di Jorg Decressin, vicedirettore del dipartimento di analisi dell'Fondo monetario internazionale - sempre a condizione che si adottino nuove misure d'austerità, che però, sul breve termine, potrebbero incidere negativamente sulla crescita.
Lo sa bene anche il presidente del governo che - mentre con l'opposizione difende il pugno di ferro della trojka - cerca di schermirsi dagli ordini di Berlino, consapevole che gli spagnoli non sarebbero disposti a tollerare altri sacrifici e passerebbero fattura (nel migliore dei casi) in sede elettorale.
Nel question time parlamentare di ieri mattina, Mariano Rajoy ha però dichiarato - in riposta alla domanda del capo dell'opposizione e segretario del Partido socialista Alfredo Pérez Rubalcaba - che dalle istituzioni internazionali non sono stati imposto nuovi tagli. Che sia vero oppure no, per la Spagna e per gli spagnoli il peggio non è ancora passato.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it