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Turisti «green» contro i proprietari I portopalesi favorevoli al nuovo lido

IL CORTEO In piazza anche l'M5S. E l'assessore Stancheris studia il dossier
CARUSO ELENA,PORTOPALO (SIRACUSA)

Sabato scorso si è svolta la protesta OccupyIsland contro il "lidomostro" che sorgerà nel tratto di spiaggia antistante l'Isola delle Correnti. Circa 300 manifestanti si sono dati appuntamento per il flashmob nei pressi del casotto in legno, a pochi metri dal mare, attorno al quale centinaia di mani sconosciute si sono strette in una catena umana. Presenti due deputate regionali del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio e Angela Foti: quest'ultima, membro della Commissione Ambiente, afferma: «Dobbiamo capire se tutto è regolare, tenendo conto che questa è una Zona protezione speciale (Zps) e Sito di interesse comunicatorio (Sic). Abbiamo un'idea di turismo e di sviluppo ecosostenibile e a impatto minimo, che non è quella di vendere coni sulla spiaggia o di costruire nuove infrastrutture».
Tra i manifestanti Salvo Grillo, catanese, è ottimista: «Se hanno revocato il Muos agli Americani, perché non dovrebbero revocare l'autorizzazione a quattro ragazzi per un lido?». E lancia una proposta: «Dobbiamo pensare a un tipo di turismo che valorizzi la tradizione agricola, un modello atipico di agriturismo marino». Molti catanesi, ma non solo. Jessica, giovane viaggiatrice francese: «Frequento questa spiaggia da 5 anni - spiega - grazie a una mia amica argentina che me l'ha fatta conoscere. È un posto magico. Ho visto tanti luoghi distrutti dal turismo di massa. Mi fanno paura le infrastrutture, anche se in legno: come sarà tra dieci anni?».
Sulla mancata presenza degli abitanti del luogo, i Portopalesi, i manifestanti commentano: «Non sanno quanto sono fortunati a vivere in un posto così. Il problema è l'assenza di educazione e sensibilità in materia ambientale, in linea con un'idea radicata in queste zone di sfruttamento intensivo del territorio, visibile anche in campo agricolo». Dopotutto, Portopalo di Capo Passero, il comune più a Sud d'Europa, è un piccolo centro la cui economia è fondata sulla pesca e l'agricoltura. Un paese, in cui gli anziani si incontrano al bar per giocare a carte o per guardare la televisione (rigorosamente sintonizzata su Rete4, magari durante un comizio di Berlusconi).
Sulla protesta, Pietro, giovane barista, dice: «Il lido è un'occasione economica per Portopalo». E sui rischi ambientali risponde: «Queste cose non mi preoccupano, se tra trenta anni non ci saranno più le dune io conto per allora di non abitare più a Portopalo. In questo paese non c'è sviluppo, non c'è futuro. Non resta che fare le valigie». E un altro ragazzo: «Non capisco perché protestano 300 persone di Catania qui a Portopalo. Volevano fare una gita?».
In una delle strade principali del paese, c'è lo studio tecnico Greco, della famiglia dei quattro ragazzi che hanno ottenuto la concessione per lo stabilimento balneare. Il maggiore è Simone, 32 anni, laureato in ingegneria al Politecnico di Torino: «Sono tornato a Portopalo perché amo la mia terra e sono onorato di investire qui. Sono contento che ci sia stata la manifestazione, così finalmente tutti hanno visto la realtà delle cose e hanno potuto appurare quante calunnie sono state dette. Si è parlato di cementificazione, e non c'è cemento. Non abbiamo toccato le dune e la struttura in legno è stata poggiata in una parte della spiaggia già naturalmente spianata». «L'ecosistema non è compromesso - aggiunge mostrando le foto sull'Iphone - Abbiamo lavorato alla luce del sole e non di notte come qualche malpensante afferma».
Sulla possibilità che il mare possa trascinare via la struttura, Greco risponde: «Un rischio che, calcoli alla mano, non corriamo perché la struttura è temporanea e verrà rimossa al termine della stagione. Poi, certo, lo tsunami del 2004 non lo aveva previsto nessuno». Sulla sua famiglia, i Greco, una delle più in vista della zona, Simone dice: «La concessione non la rilascia il Comune. Non ho avuto alcun trattamento di favore visto che ho avanzato la richiesta il 20 gennaio 2011 e solo il 14 febbrario 2013 ho avuto l'ok definitivo. Ci sono voluti due anni, nel frattempo è cambiato anche il governo regionale e io non conosco onorevoli - continua - Parliamo di quanto è complicato essere imprenditori? Io lavoro tutto il giorno, sono un ingegnere e non un avventuriero, conosco il mio mestiere e rispondo non solo alle leggi scritte ma anche a quelle morali non scritte perché io alla mia terra ci tengo, per questo ho deciso di tornarci. Quando leggo di persone con nomi stranieri che protestano contro il lido dicendo che ci sono cresciuti mi viene da ridere».
La neo assessora regionale al Turismo Michela Stancheris, sebbene non sia stata presente alla manifestazione, dichiara a il manifesto: «Sto studiando le carte per capire la situazione. Se ci saranno i margini per intervenire possiamo rimettere in discussione ogni concessione». Sull'ipotesi che la zona possa diventare Riserva: «Non escludo nulla al momento. La salvaguardia dell'ambiente è una priorità».

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