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Nord e Sud uniti dai debiti. Un atlante sul peso della finanza

Sbilanciamoci. INFO
GABBUTI GIACOMO,

La geografia del debito disegna un mondo sotto il macigno della finanza.
Il Cadtm (Comitato per la cancellazione del debito del Terzo Mondo http://cadtm.org, attivo in Belgio e in Francia) ha pubblicato l'e-book World Debt Figures 2012 (http://cadtm.org/2012-World-debt-figures) che in una trentina di pagine raccoglie i dati sull'evoluzione dei debiti sovrani, pubblici e privati, dagli anni '80 ad oggi (...).
Se in Nord Africa e Medio Oriente (dove il debito estero è esploso da 5 miliardi nel 1970 a 144 nel 2010) e Africa Sub-Sahariana (da 7 a 205) la parte pubblica è ancora prevalente (rispettivamente, 79 e 72%), lo stesso non si può dire dell'America Latina. Qui, nel 1970, gli Stati detenevano 16 dei 32 miliardi di dollari di debito; nel 2010, su un totale di 1039 miliardi, 579 sono costituiti da debiti privati, che nell'ultimo decennio aumentano anche nell'Eurozona.
Mentre i debiti pubblici europei sono lievitati complessivamente dal 68% all'82% del Pil tra 2000 e 2011, nello stesso periodo i debiti delle famiglie crescevano dal 49 al 61% (raddoppiando in Spagna e Portogallo, e quadruplicando in Grecia), quelli delle imprese non finanziarie dal 76 al 96% (con incremento spettacolare in Spagna, dal 60 al 118%), e soprattutto esplodevano quelli delle imprese finanziarie. Difatti, il debito accumulato da banche e affini è oggi pari al 333% del Pil dell'intera regione (era il 232% nel 2000).
Dal 1980 a oggi l'indebitamento estero dei paesi in via di sviluppo si è moltiplicato per otto. Nel 2010 la Banca Mondiale calcolava in 4.076 miliardi di dollari lo stock di debito estero accumulato da questi paesi - per un costo annuo di 583 miliardi di spesa per interessi. Di questo debito, 1647 miliardi (il 40% circa) costituiscono debito pubblico, e sono dovuti per il 46% a società private, per il 33% ad Istituzioni Internazionali, e per il restante 21% a singoli stati. Guardando alla ripartizione geografica, quasi il 30% del debito pubblico estero riguarda i paesi dell'America Latina.
Se si osservano i flussi finanziari complessivi, si vede come abbiano comportato un trasferimento dai paesi debitori a quelli creditori pari a cinque volte il Piano Marshall: gli aiuti allo sviluppo che entrano (130 miliardi di dollari nel 2010) sono "bilanciati" dalle uscite per interessi sul debito pubblico (180 miliardi); le rimesse dei migranti (325 miliardi) non compensano i 647 miliardi che "escono" ogni anno sotto forma di profitti "rimpatriati" dalle multinazionali. Molti paesi in via di sviluppo sono ora creditori netti dell'occidente: le quote detenute da Cina (3254 miliardi a dicembre 2011), ma anche Russia (497), Brasile (352) e India (299), "compensano" il debito pubblico di questi paesi detenuto all'estero. E ci sono 2380 miliardi depositati dai cittadini abbienti di questi paesi nelle banche del "nord", a fronte di soli 200 miliardi di prestiti erogati da queste stesse banche verso il sud del mondo.
Quanto al debito pubblico dell'Europa, i problemi vengono soprattutto dalle sofferenze delle banche: tra impegni diretti e garanzie sui depositi, il costo degli interventi dei governi europei viene stimato in oltre 1500 miliardi di euro - di cui 500 per il solo Regno Unito, e 364 per la Germania. In Argentina e Brasile oltre il 40% del budget governativo è assorbito dagli oneri sul debito; ma anche in Spagna, se la spesa per interessi è aumentata da 16 a 29 miliardi di euro (9,3% dell'intero budget) tra il 2008 e il 2012 (...).

La versione integrale di quest'articolo è sul sito www.sbilanciamoci.info.

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